“Troppo anziani e egoisti” il giudice toglie loro la figlia

Sentenza shock del tribunale dei minori del Piemonte. La madre ha 57 anni, il padre 70. La bambina è nata grazie alla fecondazione artificiale al di fuori dai confini italiani. Ora ha un anno e mezzo. Secondo il giudice diventerà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare il papà e la mamma.

“Troppo anziani e egoisti” il giudice toglie loro la figlia
Luigi e Gabriella Deambrosis

 

Luigi e Gabriella Deambrosis non rivedranno più la piccola Viola. Questo, almeno, è ciò che pensano i giudici: la Corte di Cassazione ha confermato ieri le sentenza d’appello.  La madre (che al momento del concepimento aveva 57 anni) e il padre (che ne aveva 70) hanno “una modalità distonica di rapportarsi con la bambina”, e per la donna in particolare “il mondo esterno è visto come una proiezione dei propri desideri o bisogni, indipendentemente da un esame obiettivo della realtà”. Nelle 16 pagine di motivazioni, relatore il giudice Massimo Dogliotti, la Cassazione non entra nel merito dei fatti, come il proscioglimento dall’accusa penale di avere lasciato sola la piccola per pochi minuti nell’auto parcheggiata davanti a casa (la bimba aveva 48 giorni e il papà, ‘scoperto’ dai vicini, ha dichiarato che stava per tornare a prendere la mamma dall’infermiera). Ma i magistrati si impegnano a più riprese nel precisare che “l’età dei genitori non riveste rilevanza alcuna”. Non è facilissimo crederlo, se si considera che Viola e i suoi genitori sono stati al centro di grande attenzione fin da quando la piccola è nata. Mamma bibliotecaria, papà giornalista in pensione, i due vivono in un piccolo paese del Monferrato a pochi passi da Casale, in una villetta col giardino davanti alla quale passa una minuscola strada, dove non circolano auto, o quasi.

Le sentenze dicono che non siete buoni genitori…
“Dicono che non ho l’immaginario paterno – dice al telefono Luigi Deambrosis, un uomo che, raccontano le sentenze, è diventato padre soprattutto per far piacere a sua moglie – ma la verità è che non ci hanno dato il tempo di provare a essere genitori. Viola ce l’hanno portata via che aveva due mesi. Se ce l’avessero lasciata un po’ di più avrebbero capito che potevamo essere un buon padre e una buona madre”.

I vicini di casa vi hanno denunciato perché la bambina era sola in auto. E’ vero? “Si, certo, l’ho lasciata dormire nel seggiolino per 7 minuti, il tempo di salire a scaldarle il latte. Dopo, saremmo andati insieme a prendere mia moglie. Siamo stati prosciolti (già in istruttoria, ndr) dall’accusa penale, ma a quanto pare non importa a nessuno”.

Vi arrenderete davanti a questa decisione? “No. Non ci arrenderemo, è un dolore troppo grande. Decideremo che cosa fare insieme all’avvocato”.

Da quanto tempo non vedete Viola? “Da più di un anno. Non ci sono parole per dire quanto mia moglie e io stiamo soffrendo. Avevamo una grande speranza nella giustizia, c’erano degli elementi nuovi… ma non sono stati considerati. Andremo avanti”.

Tutte le perizie hanno dichiarato Luigi e Gabriella sani di mente, ma nel 2003 la loro richiesta di adozione era stata rifiutata per ragioni di età e i due avevano quindi deciso di ricorrere a una fecondazione artificiale all’estero. Viaggi, prove, tentativi. E alla fine la nascita di una bella bambina nella maternità migliore d’Italia, al “Sant’Anna” di Torino. Da subito, i due sono guardati con perplessità. Ora l’avvocato Boscagli commenta: “Strano che la Corte abbia voluto ‘difendersi’ a più riprese dall’idea che la decisione fosse dettata in primo luogo dall’età dei genitori. Questa sentenza mette in discussione il modo di essere genitori di tutti gli italiani: chi non ha mai lasciato un bambino dormire in auto per qualche minuto in un luogo sicuro? Chi è in grado di esprimere i suoi sentimenti genitoriali durante gli incontri ‘protetti’ presso i servizi sociali con una bambina di pochi mesi, mentre è osservato come una scimmia in gabbia?”. Domande legittime, e istruttive per chiunque, passati i 50, decida di tentare una fecondazione oltreconfine. Tutto ebbe inizio il 16 settembre 2011. I genitori sono “troppo” anziani scrive Sarah Martinenghi su repubblica perché l´hanno concepita a 57 anni la madre, e 70 anni il padre. E hanno desiderato “troppo” avere un figlio, andando contro le leggi della natura ed evidentemente ricorrendo alla fecondazione al di fuori dei confini italiani.

Sono i due punti cardine della sentenza choc pronunciata dal tribunale per i minori del Piemonte, che ha dichiarato “Viola” (il nome è di fantasia), bimba di un anno e mezzo, adottabile, togliendola per sempre ai suoi genitori che abitano a Mirabello, piccolo paese di mille anime tra le colline del Monferrato.

I giudici hanno infatti ritenuto che la piccola sia «il frutto di una applicazione distorta delle enormi possibilità offerte dal progresso in materia genetica». E la volontà di concepirla «è una scelta che, se spinta oltre certi limiti si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che necessariamente implicano l´accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino».
In concreto, spiegano i giudici Donata Clerici, Federica Florio, Alberto Astesano e Silvia Truffo, «i genitori non si sono mai seriamente posti domande in merito al fatto che “Viola” si ritroverà orfana in giovane età e prima ancora sarà costretta a curare i genitori anziani, che potrebbero avere patologie più o meno invalidanti, proprio nel momento in cui, giovane adulta, avrà bisogno del sostegno dei suoi genitori». Per questo riportano le parole della consulente tecnica secondo cui «il dato della differenza d´età per i genitori non assume alcuna rilevanza, essendo secondario rispetto all´appagamento del bisogno narcisistico di avere un bambino».

Contro questa decisione l´avvocato Fabio Deorsola (che assiste i genitori insieme al collega Giulio Calosso) presenterà ricorso: «Si tratta di una sentenza fondata sul pregiudizio che considera l´adozione una misura alternativa al desiderio di genitorialità». Nella sentenza i giudici hanno esaminato a fondo i caratteri dei genitori riscontrando difficoltà pratiche nel gestire la piccola: “È stata allattata artificialmente ed è rimasta al nido per 5 giorni dalla nascita perché la madre non si sentiva in grado di tenerla in camera con sé». Contro i genitori è in corso anche un procedimento penale per abbandono di minore, perché i genitori l´avevano lasciata per alcuni minuti da sola in macchina (pur non avendola messa, secondo i giudici, in situazione di pericolo).

La piccola era nata il 26 maggio 2010all´ospedale Sant´Anna di Torino, e la sua venuta al mondo aveva fatto scalpore proprio per l´età avanzata dei genitori. Il padre, in pensione, che aveva in passato ricoperto cariche istituzionali, e la madre che lavora nella biblioteca di una città piemontese, si erano sposati nel 1990, e avevano provato invano a adottare un bambino. La richiesta però era stata negata, nel 2003, per limiti d´età. Sette anni dopo hanno concretizzato il loro desiderio di diventare genitori. Ma solo per poco. Alla nascita di Viola, infatti, il tribunale ha subito aperto un procedimento sottoponendo i genitori-nonni a grande attenzione. Ed è bastata la segnalazione dei vicini di casa che avevano visto la bimba lasciata in macchina da sola piangere alle dieci di sera per far scattare, alcuni giorni dopo l´intervento di carabinieri e magistratura: Viola era stata presa e data in affido, a un mese di vita. «Stava dormendo nell´ovetto, non volevo svegliarla, e l´ho lasciata sola per sette minuti» ha spiegato invano il papà.

A Mirabello, tra solidarietà e vecchi rancori, parla la gente.

“C’è una storia di cattiveria dietro la sentenza che ha tolto loro la bambina”. E in piazza si discute: “Colpa del medico, non si fanno figli a quell’età”.

La storia di Gabriella e Luigi De Ambrosis sembra quella di un luogo greve, dove i vicini, per presunti antichi rancori, sono sospettati di aver voluto punire quella coppia un po’ stramba che decide di avere una figlia a 57 e 70 anni.

“Ma vi sembra possibile che le facciano vedere la bimba e poi non gliela diano?”. La signora Carla dice che è tempo di vuotare il sacco: “Quei vicini di casa che hanno chiamato i carabinieri quando hanno sentito piangere la bimba in auto dovrebbero pensare al male che hanno fatto. Quel giorno Gabriella era andata dall’infermiera a farsi un’iniezione e Luigi era andato a casa a scaricare la spesa. E siccome era l’ora di far mangiare la piccola era entrato in casa a cucinare la pappa. Ovvio che quella bimba piangeva, aveva fame, come fanno tutti i bimbi, ma lui è stato via poco e quelli si sono vendicati”.

La sua è la versione della maggioranza del paese, la parte che ha raccolto le firme in solidarietà dei genitori anziani a cui hanno tolto una bimba. Ma c’è quell’altra parte, quella che affiora dal passato. Giovanni Sisto passeggia nella via a fianco: “Vede quella fontana? Quell’uomo (Luigi) va lì a lavare i piatti, perché dicono che a casa non hanno l’acqua. Certo sono strani, quando una persona non esce mai con gli altri c’è sempre qualcosa che non va”. Un’ora dopo Luigi scuote le spalle: “È vero che da un anno non usciamo, Con tutto il dolore che abbiamo dentro. Non avevamo voglia di spiegare sempre la nostra storia”.

Una diceria locale dice che gli abitanti di Mirabello sono un po’ matti e quelli della vicina Occimiano sono molto tirchi. E che a Mirabello si litiga molto. Don Paolo Cassano è il parroco di tutti e due i paesi: “A parte tutte le storie che si raccontano, questa sentenza mi pare molto dura Ho parlato spesso con questa coppia dopo che hanno portato via la bambina, vorrebbero battezzarla e non sono riusciti a farlo”. Ma allora Gianna Nannini che di anni ne ha oltre 50 ed è sola?, si infervora il parroco che scrive sul giornale locale della Diocesi: “Io non sono d’accordo con la loro scelta di ricorrere alla fecondazione eterologa, ma non penso proprio che si possa sostenere che non sono in grado di occuparsi della bambina, che sono vecchi per farlo”.

Il giovane sindaco Luca Gianola esce dal Municipio e non vorrebbe dir niente: “Non dite che questo è un paese di pregiudizi. Mirabello è un paese vivace, dove ci sono tante associazioni, dove abbiamo il wi-fi ovunque, stasera abbiamo un festival musicale importante del Monferrato. Come in ogni paese ci sono odi e amori, non tutti si piacciono, non tutti vanno d’accordo”.

In piazza generazioni a confronto. Giulia ha 15 anni e studia al liceo di Casale. Non le piace l’idea di una fecondazione dove il padre non è il padre, ma neppure la decisione di un giudice che toglie una bambina ad una mamma: “Questa è una storia di cattiveria ed è triste dire che non sono in grado di occuparsi della bimba. Ma cosa ne possono sapere?”. Sulla panchina davanti al municipio quattro donne confabulano. Non vogliono dire come si chiamano per paura dei giudizi del giorno dopo, ma il loro verdetto è senza appello: ” Tutta colpa del medico. Non si fanno figli a quell’età”.

Parlano i genitori di “Viola”

Pubblicato da Roby

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