Scontro Italia-Svizzera: la pacifica stretta di mano, tra “colleghi”…



Svizzera – Poliziotti italiani sottoposti all’alcol-test, fermati, disarmati ed escussi, nell’ambito di uno sconfinamento autorizzato. Il Ministero dell’Interno: “Trattati in modo illegittimo”.

Scontro Italia-Svizzera: la pacifica stretta di mano, tra "colleghi"…

Ricorderete senz’altro il caso dei poliziotti in pattuglia che si erano lanciati all’inseguimento di un’auto che non si era fermata ad un posto di blocco sull’autostrada A9, con un ubriaco alla guida che, dopo avere anche provocato un incidente, attraversava la dogana recandosi in Svizzera.

Ora, a 5 mesi dall’accaduto, su  Ticino news si legge che, il Ministero dell’Interno ha scritto una dura missiva al segretario nazionale del sindacato di polizia Silp-Cgil: “Il trattamento subito dagli agenti coinvolti, oltre a non trovare legittimazione di alcun tipo, si pone in contrasto con le normative internazionali e mina basilari principi di fiducia e rispetto alla base dei rapporti di collaborazione tra Paesi”.

Tra le supreme istituzioni, quindi, la vicenda relativa allo sconfinamento in territorio elvetico di una pattuglia della Polizia italiana, avvenuto lo scorso 26 gennaio, pare non sia ancora chiusa.

Tra colleghi invece, la pace è fatta, grazie all’intervento delle autorità locali comasche e ticinesi, nonché – come ha riferito Il vicequestore Scalise – “Grazie al procuratore della Repubblica di Como, Giacomo Bodero Maccabeo, che ha seguito tutta la vicenda con molta attenzione affinché i rapporti tra polizia italiana e ticinese non subissero disagi”.

L’incontro, il 06 maggio scorso, è avvenuto presso il Centro di Cooperazione di Polizia e Doganale (CCPD) di Chiasso. In quella sede interforze,  si sono incontrate le autorità di polizia comasche e quelle ticinesi, dove gli agenti italiani e svizzeri coinvolti nella fastidiosa vicenda, con una calorosa stretta di mano, ci hanno messo “una pietra sopra”.

Francesco Scalise, vicequestore vicario di Como, oltre agli elogi diretti al procuratore Giacomo Bodero Maccabeo, ha riferito:

“Questo incontro è servito per salvaguardare l’ottimo clima di collaborazione tra autorità italiane e svizzere e per portarlo dai livelli già buoni a livelli ottimali. Le verifiche fatte sull’episodio dello scorso gennaio ed emerso in un precedente incontro dello scorso marzo, hanno dimostrato che i nostri agenti avevano seguito tutte le procedure corrette per l’inseguimento trasfrontaliero. L’incontro di questa mattina è servito anche per far incontrare gli agenti protagonisti di quell’episodio che si sono stretti la mano senza alcun rancore.”

Bene cari amici. Per l’ennesima volta ci hanno pensato le Autorità a porre in ridicolo gli agenti italiani di fronte ad un evento, a dir poco squallido accaduto in Svizzera e dove, proprio quelle Autorità, si sarebbero dovute attivare (non per una stretta di mano), ma prendendo una seria posizione e pretendendo dalla controparte elvetica, di conoscere i provvedimenti occorsi nei confronti degli agenti ticinesi coinvolti nella vicenda. Il tutto, doveva essere farcito da una dura missiva del Ministero dell’Interno indirizzata presso quella confederazione e con richiesta di chiarimenti; non al sindacato di polizia italiano.

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Pubblicato da Roby

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