In questi giorni il tema delle pensioni d’oro è diventato di dominio pubblico: ne parlano giornali, televisioni, trasmissioni di approfondimento e radio. Ma sono soprattutto il web e i social network a fare da cassa di risonanza. Un mare di informazione ma anche di disinformazione a discapito di alcuni e a pro di altri. Un comportamento scorretto che giunge da esponenti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle e del Popolo Viola, che hanno messo in atto una sistematica campagna di mistificazione della realtà gettando fango a destra, ma anche a sinistra, l’importante per loro, guadagnare qualche elettore. Facciamo un po’ di chiarezza…
Giorgia Meloni – FdI |
UN PO’ DI STORIA – «E’ da sempre una nostra battaglia», ripete da giorni il “cittadino portavoce” Sorial. Peccato che di questa “battaglia” non ci sia traccia nel programma elettorale con il quale il Movimento 5 Stelle si è presentato alle politiche 2013. Nel documento che si può ancora leggere sul sito di Beppe Grillo (http://www.beppegrillo.it/
Ma facciamo un passo indietro e arriviamo all’8 settembre 2011: si è appena concluso il Consiglio dei ministri, all’ordine del giorno l’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio. «Il nostro Paese ha bisogno di misure che favoriscano le famiglie, la natalità, la casa, gli strumenti per l’impiego. Ci sono diritti e privilegi che non possono considerarsi definitivamente acquisiti: vanno colpiti. Si parta dalle “pensioni d’oro” e si dica che, sopra un certo tetto, la pensione si calcola con il sistema contributivo». A parlare di questo però non è il comico Beppe Grillo, ma Giorgia Meloni (http://archiviostorico.corrie
La proposta di revocare le pensioni d’oro diventa uno dei punti qualificanti del programma elettorale di Fratelli d’Italia. Sul sito del movimento (http://www.fratelli-italia.
Le altre forze politiche si organizzano e presentano i loro provvedimenti: la pdl Zanetti di Scelta Civica arriva il 2 settembre, la pdl Fedriga della Lega Nord il 7 novembre, la pdl Gnecchi del Pd l’11 novembre e la pdl Airaudo di Sel il 25 novembre. Per ultima, arriva la proposta del Movimento 5 Stelle: la pdl del grillino Tripiedi riporta la data del 13 dicembre 2013.
A novembre 2013 la Commissione Lavoro inizia la discussione della proposta di legge di Giorgia Meloni. L’8 gennaio 2014 la Commissione ha adottato il testo base e dalla successiva settimana sarà possibile presentare emendamenti.
LE MOZIONI – Dicembre 2013: il governo pone la questione di fiducia sulla legge di stabilità. La manovra non accontenta nessuno e la protesta cresce. Le mille marchette contenute nel provvedimento fanno montare l’indignazione ma tra le norme più contestate c’è il cosiddetto “contributo di solidarietà” sulle pensioni d’oro. L’Esecutivo decide di chiedere il 6% per la parte eccedente l’importo superiore a 14 volte il trattamento minimo Inps, il 12% per la parte eccedente 20 volte e il 18% per la parte eccedente 30 volte. In altre parole, il governo decide di chiedere al pensionato che incassa ogni anno 120 mila euro di pensione, il 6% sulla parte che eccede i 90 mila euro: praticamente una miseria. La polemica politica monta e la Camera decide una cosa alquanto insolita e bizzarra : mentre è in discussione un provvedimento sulle pensioni d’oro in Commissione, calendarizza per la ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa natalizia la discussione in Aula di alcune mozioni sulle pensioni d’oro presentate dai gruppi parlamentari. Ma prima di proseguire è necessario chiarire che cos’è una mozione: è un atto di indirizzo politico, quindi assolutamente non vincolante, con il quale la Camera o il Senato chiedono al Governo un comportamento da tenere. Non avendo obblighi giuridici, l’Esecutivo può tranquillamente ignorare il contenuto di una mozione e assumersi la responsabilità politica di agire anche in modo totalmente diverso dall’impegno contenuto nel documento. In parole semplici? Fuffa. Politicamente rilevante, ma sempre fuffa che non ha ovviamente niente a che vedere con una legge. Tornando ai fatti, tutte le forze politiche, inclusi i grillini, decidono di presentare una mozione sulle pensioni d’oro. I grillini, che testardamente non hanno sostenuto in conferenza di capigruppo la calendarizzazione delle proposte di legge all’esame della Commissione Lavoro, propongono una tassazione progressiva di tutte le pensioni: dallo 0,1% per le pensioni da 1 a 6 volte la minima (cioè da circa 900 euro in su) si arriva al 32% sulle pensioni superiori a 50 volte il minimo). Si tassano anche le pensioni sotto i 1000 euro e a quel pensionato che prende 90 mila euro al mese viene tagliato poco più del 30%: circa 60 mila euro al mese il risultato finale. Niente male. La mozione è pubblicata sul sito della Camera a questo indirizzo: http://banchedati.camera.it/
La mozione presentata da Fratelli d’Italia (http://banchedati.camera.it/
Coerentemente con la sua proposta, Fratelli d’Italia ha deciso di votare contro la proposta del Movimento 5 Stelle che non tocca i veri pensionati d’oro ma che invece tassi tutti, incluso chi prende la miseria di 900 euro al mese.
Il Pd di Matteo Renzi e la maggioranza, invece, fanno gli gnorri e si arrampicano sugli specchi cercando di difendere il Governo: nella mozione dei partiti che sostengono Letta (http://banchedati.camera.it/
LA QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’ – Questi, i fatti che gli osservatori più attenti hanno raccontato correttamente (http://www.dagospia.com/
Ma nel tentativo di intestarsi una battaglia non sua e giustificarsi di fronte all’opinione pubblica, il Movimento 5 Stelle inizia una campagna mediatica contro Giorgia Meloni e cerca di ribaltare la frittata, accusando il leader di FdI di essersi eretta a paladina della battaglia contro le pensioni d’oro ma di non aver poi votato la proposta a 5 Stelle in Parlamento. Secondo i deputati del M5S, la proposta della Meloni sarebbe stata inutile visto che la Corte Costituzionale ha già respinto in passato provvedimenti simili, in quanto è stato giudicato incostituzionale emanare un provvedimento di legge che colpisca soltanto alcuni cittadini e non tutti (nel caso specifico: “soltanto coloro che percepiscono più di 5 mila euro di pensione mensile valutati attraverso il metodo retributivo”).
E qui casca l’asino: la sentenza n. 116 del 2013 della Corte Costituzionale (http://www.inps.it/
La proposta di legge di Fratelli d’Italia, al contrario, non è stata mai dichiarata incostituzionale dalla Consulta e non prevede di colpire solo una determinata categoria di cittadini ma ha uno scopo ben più ampio: la revisione dell’intero sistema di calcolo delle pensioni sulla base del sistema contributivo. In parole semplici: se hai versati i contributi per prendere 90 mila euro di pensione al mese, nessuno può negarti questo diritto. Se al contrario non li hai versati, è giusto che sia tagliata e il tuo assegno non sia più pagato da tutti coloro ai quali viene chiesto di rispettare il sistema contributivo e ai quali – fra 20, 30 o 40 anni – non verrà restituito nemmeno tutto quello che hanno versato in una vita di lavoro.
Arriviamo ad oggi, (ANSA) – Roma, 13 GEN – La proposta di legge Meloni sulle cosiddette pensioni d’oro, presentata il 21 giugno 2013, è stata adottata come testo base sul quale lavorerà la commissione Lavoro, “tenuto conto che – si legge sul resoconto della commissione – tale provvedimento è stato iscritto nel calendario dei lavori dell’Assemblea in quota opposizione“.
E’ la prima volta, viene fatto osservare, che una pdl di Fratelli d’Italia viene adottato come testo base. Ora, al di là di slogan e dichiarazioni, come si schiereranno le forze politiche, grillini inclusi?
(Fonti: openmag e Ansa)