Pd, Sposetti: «Con queste regole voteranno anche mafiosi e pedofili». Ed è bufera

Pd e caos tesseramento:
da lunedì stop alle iscrizioni

Senatore del Pd – Ugo Sposetti


Stop ai tesseramenti da lunedì, ma a condizione che ci sia l’unanime consenso dei candidati. È Davide Zoggia a riferire della decisione della segreteria del Pd di dare mandato al segretario Guglielmo Epifani di verificare se ci siano le condizioni per fermare i nuovi tesseramenti a partire da lunedì.

Una decisione arrivata al termine di una giornata in cui tutti i candidati alla segreteria avevano espresso il loro parere. Con Matteo Renzi “possibilista” sulla ipotesi di chiusura anticipata già avanzata da Cuperlo ma gli altri due sfidanti, Civati e Pittella, più propensi, invece, a tenere le iscrizioni aperte fino all’ultimo.
«Anche un delinquente. Anche un evasore fiscale, un truffatore, un violentatore di minorenni. Con queste regole può votare il primo che passa. Tutti possono votare: con due euro e con queste regole anche persone di questo tipo se lo possono permettere. Sono le regole che sono sbagliate. Un congresso, un confronto si deve avere con una base certa, definita tre mesi prima che inizi il congresso. Non puoi essere lì la mattina. È la degenerazione della politica italiana, la degenerazione degli apparati. Se ci fossero stati gli apparati, queste cose non sarebbero successe».

Non usa mezzi termini il senatore del PD Ugo Sposetti, intervistato da Klaus Davi. «Chi si avvantaggia di più di questo caos – prosegue Sposetti – è Renzi. Molti di quelli che con le scialuppe hanno attraversato lo Stretto di Messina e sono passati alla corte di Renzi, per essere accolti si sono presentati subito dopo con pacchetti di tessere. Sono disgustato per le manifestazioni davanti alle sezioni del nostro partito. Non volevo finire la mia esperienza politica così. Mi riferisco alle scene di extracomunitari o gente che non sanno nulla del nostro Partito Democratico. Gli iscritti vanno rispettati. Provo un profondo disgusto per il caos. Ma il PD è un partito giovane e deve superare il morbillo».

Parole che, come prevedibile, hanno scatenato le ire di parte dei democratici a partire proprio dalla componente più vicina al sindaco di Firenze. «Le parole che Sposetti ha usato per definire i nuovi iscritti del Pd sono gravissime – tuonano i senatori democratici Laura Cantini e Mario Morgoni – Chiediamo al segretario Epifani di bloccare questa deriva. Va difeso l’onore di chi si avvicina al Pd dalle offese gratuite di un politico a fine corsa». Duro anche l’altro senatore renziano, Andrea Marcucci: «Le affermazioni di Sposetti si spiegano solo con una uscita di senno. Tanta è la paura di Matteo Renzi, che anche un politico navigato come lui non trova niente di meglio che picconare la credibilità del Pd. Offendere gli elettori e gli iscritti non rientra nello stile del partito. Sposetti ne tragga le dovute conseguenze, e rientri nel pieno delle sue facoltà».

EPIFANI: LINEA SERIA CHE CONVIENE A TUTTI«Mi pare che si sia assunta una linea seria e responsabile – ha detto il segretario del Pd Guglielmo Epifani al termine della segreteria nazionale – penso che sia una soluzione che convenga a tutti, al partito per un congresso che possa entrare nel merito delle proposte, e anche nell’interesse dei singoli candidati». La segreteria, ha quindi aggiunto, «è tutta d’accordo a favorire la più ampia partecipazione e a rasserenare il clima, favorire l’emergere delle proposte politiche». «In ragione di questa valutazione – ha concluso – abbiamo pensato di consentire l’iscrizione fino a sabato e domenica prossimi, in modo tale che chi non ha potuto iscriversi lo possa fare. Si consentirà inoltre di rinnovare la tessera fino all’ultimo momento a chi l’aveva lo scorso anno. Questo è l’orientamento della segreteria, ma è ovvio che ci vorrà il consenso dei candidati. In fondo è una piccola modifica al regolamento».

LA “CONDIZIONE” DI RENZI
Il sindaco di Firenze ha affidato la sua posizione a un post su Facebook: «Quello che decide il segretario Epifani mi sta bene. Punto. Vogliono bloccare il tesseramento, come propone Cuperlo? Lo blocchino, nessun problema. Accetto le proposte altrui, le decisioni altrui, le regole altrui. L’importante è che finalmente il Pd torni a discutere di questioni concrete».

«Quando abbiamo fatto la Leopolda – si legge ancora – i giornali parlando del PD elencavano l’entusiasmo e le proposte concrete: idee per il lavoro, il fisco, la cultura – scrive – Poi, grazie a simpatiche intuizioni di alcuni comitati elettorali, siamo piombati nella discussione sulle false tessere, spinti da un irrefrenabile desiderio di tornare a litigare sulle regole e fare la conta, fasulla, sui segretari provinciali. Perché, sì, dai, facciamoci del male: un atteggiamento che in casa PD conosciamo bene, ma che dall’8 dicembre finalmente cambierà. Per me il confronto vero non può essere su questi temi. Non sono intervenuto fino ad oggi, non lo farò adesso: quello che decide il segretario Epifani mi sta bene. Punto».

CUPERLO: «ANGOSCIATO. FERMIAMO TESSERAMENTO»
«Io sono molto colpito da questi episodi, l’ho detto, lo ripeto, e ho detto e ripeto che non è un elemento di polemica verso nessuno degli altri candidati, verso i quali ho un sentimento di stima e di amicizia vera. Ma faccio appello agli altri candidati, faccio appello a Epifani perché sono episodi che non possiamo liquidare o derubricare come singole mele marce in una pianta complessivamente sana». Così Gianni Cuperlo in una intervista all’agenzia radiofonica Area a proposito delle irregolarità nel tesseramento del Pd. 

«So anch’io che ci sono decine, centinaia di migliaia di iscritti che vivono con passione questo Congresso, ma quegli episodi, quei tesseramenti rigonfi, quelle esplosioni di adesioni molto spesso pilotate che hanno caratterizzato alcuni congressi, sono più di un campanello di allarme – avverte il candidato alla segreteria -. Sono il segnale di una trasformazione, di una mutazione, del modo d’essere, del modo di organizzarsi, del modo di vivere di un partito politico che prima di tutto è una comunità di senso, di destino. Ed è per questo che io ho detto, cerchiamo, tutti assieme, senza polemiche tra di noi, di fissare dei punti fermi, di piantarli bene a fondo nel terreno. Questa idea che ci si possa iscrivere al partito fino all’ultimo giorno, a un minuto prima del voto, ma perché?». «Non ho mica detto blocchiamo il tesseramento all’anno scorso? Fermiamolo al giorno prima, il 6 di novembre, il giorno prima dei congressi di circolo che decideranno la guida, la linea e la piattaforma politica del Pd dei prossimi anni – suggerisce Cuperlo -, e facciamo in modo di dare un po’ di ordine, di disciplina, a questa discussione. Ma facciamolo non per l’interesse di questo o quel candidato, facciamolo per il rispetto che dobbiamo a quelle decine e centinaia di migliaia di persone che poi, durante l’anno, nonostante le fatiche, le sconfitte, le delusioni, vanno a montare quei gazebo, vanno a riempire gli stand delle nostre feste democratiche. È gente che ci crede! È gente alla quale devi rivolgerti davvero con il senso di un rispetto profondo per la loro storia e, soprattutto, per la speranza che ripongono in questo partito».

CIVATI CONTROCORRENTE

Chi va controcorrente è invece l’altro candidato alla segreteria Pippo Civati: «Io sono contrario e mi sorprende che Renzi abbia cambiato idea anche su questo. E poi, vorrei capire perché non se n’è parlato in commissione di garanzia?». Così Pippo Civati, a proposito della proposta di sospendere il tesseramento del Pd avanzata da Guglielmo Epifani in segreteria

PITTELLA IN DIFESA DEI MILITANTI
«Tutti colpevoli, tutti disonesti. Questa è la sentenza, senza appello, che da Roma qualche furbone vorrebbe far passare. Militanti, volontari e i tanti segretari di circoli. Tutti egualmente responsabili della guerra delle tessere deflagrata a livello locale in alcune province. Inaccettabile. Se ci sono stati – e sono stati numerosi – casi palesi di irregolarità, esiste un’apposita commissione di garanzia». Lo dichiara Gianni Pittella, candidato alla segreteria del Pd e vice presidente vicario del Parlamento europeo. «Arrestare il tesseramento significa mettere tutti sullo stesso piano. Non si possono colpire tutti per gli illeciti di pochi. I nostri militanti non se lo meritano».

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Fonte:  unità

 

Pubblicato da Roby

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