6 novembre 2013 – Veronica ha quattordici anni, vive a Roma, viene da una famiglia agiata e passa le sue giornate a fare sesso a pagamento, a drogarsi e a spendere soldi. Il suo modello è l’amica Viola, fin troppo disinibita che mostra il suo corpo e lo mette a disposizione. Tutto questo è un libro, ‘Vietato ai minori’ (Newton Compton edizioni), e l’ha scritto Veronica Q. tre anni fa. Un resoconto crudo e autobiografico. Ma sembra inevitabilmente la cronaca di questi giorni: un palazzo ai Parioli, quartiere bene di Roma, e due baby escort di quattordici e quindici anni.
Quanto c’è di vero nel suo libro?
“L’idea era quella di raccontare un mondo reale che conoscevo — dice Veronica Q — parlando di cose capitate a me o alle mie amiche. Poi alcune situazioni sono state modificate per evitare che fossero identificabili le persone coinvolte”.
Ma la cronaca di questi giorni sembra essere uscita direttamente dal suo libro…
“È la prima cosa che ho pensato quando ho sentito la notizia, così sono andata a leggere qualche articolo in Rete e ho trovato alcuni resoconti che davvero potrebbero essere estratti da qualche capitolo del libro. Ma non sono rimasta poi troppo sorpresa, perché è un fenomeno molto diffuso. Quando è uscito il libro tutti dicevano che era assurdo, invece adesso tutti si stanno rendendo conto che non è così. Anzi”.
È inorridita di fronte a quello che è successo?
“Non mi ha stupito nulla. Sia oggi che ai tempi in cui ho scritto il libro, come probabilmente anche negli anni precedenti, scambiare una foto o un video con una ricarica del cellulare è una cosa che non dico fanno tutte, ma tante sì. Poi da lì a passare a situazioni più spinte, più compromettenti, ci vuole poco. Soprattutto se incontri le persone sbagliate. Soprattutto se capisci quanto è bello poter possedere tutto quello che desideri, e riesci a non farti tante domande su come ci sei riuscita”.
Che cosa pesa di più nella voglia di trasgredire di un’adolescente: le visioni e le letture proibite, il rapporto con i genitori o soltanto la voglia di superare i limiti per vedere l’effetto che fa?
“Un insieme di tutte queste cose, ma credo che l’idea di ribellarsi a quello che è considerato normale sia spesso la spinta fondamentale. Suppongo c’entri pure il desiderio di mettersi in mostra, sentirsi desiderate, che è come una droga: ti fa sentire potente. E poi i soldi. Potersi permettere tutto quello che si vuole è una spinta pazzesca. Ti fa sentire incredibilmente bene”.
Il rapporto con il corpo: può essere ridotto soltanto a uno strumento per raggiungere obiettivi sempre più alti o a uno strumento per dare e suscitare piacere?
“A chi non piace godere? E poi, a chi non piace sentirsi desiderata? Sapere di avere un certo effetto sugli uomini può essere il punto di partenza anche per altro, ovviamente. Ma questo mi pare naturale”.
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