A Como proseguono le indagini e si allarga lo scandalo delle multe, nella sede della polstrada è bufera.
Dall’inchiesta che chiama in causa la Polizia stradale di Como, emergono nuove circostanze. Secondo i magistrati, oltre a far “sparire” migliaia di multe, i vertici della sezione, avrebbero anche provveduto a inoltrare centinaia di ricorsi “fantasma” su altrettante contravvenzioni comminate con autovelox e tutor. Dalle indagini, addirittura è emerso che, molti ricorsi sarebbero stati sottoscritti da un prestanome; peccato che era morto due anni prima.
Patrizio Compostella, comandante della sezione agli arresti domiciliari, si mostra ottimista e attraverso il suo legale, si rivolge ai magistrati: «Ho le carte che mi scagionano».
Gian Piero Pisani, vice comandante, unico poliziotto in stato di detenzione cautelare presso il carcere “Bassone”, in queste ore, è in attesa di servirsi della facoltà, di essere ascoltato dai magistrati.
Spunta il nome del funzionario della Questura, coinvolto nelle indagini. Tra gli indagati, (pare siano ventisei in totale), vi è il coinvolgimento del funzionario medico della questura, Angela Napolitano. Il coinvolgimento di quest’ultima, riguarderebbe un incidente stradale, tra un automobilista e il figlio minorenne.
In merito a quanto è occorso, parla l’automobilista, Francesco, coinvolto nell’incidente con il figlio della dottoressa Napolitano, incidente che, per l’accusa, sarebbe stato “ritoccato” dai vertici della Stradale nella sua dinamica, in modo da far ricadere sull’ignaro automobilista la responsabilità.
«È una brutta storia di cui non ho voglia di parlare. Posso dire che è stata dura, soprattutto emotivamente. Ricordo che avevo fermato l’auto, ero immobile. Ed è stato l’inizio di un incubo».
Il caso specifico, è uno dei più tristi che riguarda lo “scandalo” che ha travolto la Polizia stradale di Como.
«Ho messo tutto in mano a un avvocato e francamente non voglio più parlarne – dice Francesco – anche se ringrazio la Procura e chi mi ha aiutato in questi mesi».
La storia è quella di uno “stupido” incidente in cui, lo scorso ottobre, a Brunate, rimase coinvolto il figlio minorenne del dirigente medico della questura di Como, dottoressa Angela Napolitano, che ora è indagata per falso. Il ragazzo, che scendeva contromano in bicicletta, si schiantò contro l’auto del signor Francesco, rimediando delle lesioni giudicate guaribili in quattro giorni. Per l’accusa, il vicecomandante Gian Piero Pisani contattò gli agenti che stavano eseguendo i rilievi e fece in modo che la relazione di servizio non facesse riferimento a responsabilità di alcuno, salvo poi, intervenire sullo stesso rapporto, presumibilmente con l’avallo del comandante Patrizio Compostella, affinché la dinamica dell’incidente ne riuscisse stravolta «col detrimento» a carico dell’automobilista.
Le ulteriori conseguenze. Pisani fece partire una segnalazione presso la Motorizzazione civile, per mettere in discussione l’idoneità alla guida del presunto malcapitato di Brunate, già affetto da una disabilità fisica che lo obbliga tutt’ora ad usare un autoveicolo con il cambio automatico, ma assolutamente idoneo alla guida.
Il Gip si pronuncia sul caso e lo definisce «un vero e proprio atto di sopraffazione che costrinse il signor Francesco a innumerevoli ed ingiuste traversie prima di vedersi restituire il suo pieno diritto alla guida».
Oltre al presunto danno, la beffa. La dottoressa Napolitano e il marito, querelarono il sig. Francesco per lesioni personali colpose; fortuna volle, che la Procura decise per l’archiviazione. (varie fonti)
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