Usura: la polizia fa scacco matto sul ‘cravattaro’ Vittorio Di Gangi


Ristoratori, piccole società a conduzione familiari e poi negoziante ma anche dipendenti pubblici: tutti si erano rivolti al clan capeggiato da Vittorio Di Gangi, conosciuto col soprannome di “er nasca”, per ottenere prestiti a tassi da usura. In manette finiscono in otto; sequestrati beni per 40 milioni di euro tra case, ristoranti e supercar. La disponibilità di denaro veniva dal traffico di droga

 

Dalle prime ore dell’alba gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma stanno eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Roma nei confronti dei componenti di una vasta organizzazione criminale, dedita all’usura, alle estorsioni ed al riciclaggio di capitali.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha permesso di far emergere un enorme giro di capitali prestati a tassi usurari gestito da un noto pregiudicato romano Vittorio Di Gangi (soprannominato “er nasca”) che, nel corso degli anni, essendo riuscito ad accumulare smisurate ricchezze derivanti da traffico di droga, è arrivato a soggiogare, insieme alla sua famiglia, numerosi titolari di attività commerciali ed imprenditoriali della Capitale.

Nel corso dell’operazione della polizia di stato, che ha visto impegnati oltre cento – tra uomini e donne – della Squadra Mobile di Roma, sono state sequestrate anche numerose attività commerciali che i capi dell’organizzazione avevano aperto grazie ai ricavi dell’attività di usura realizzata per anni.

Tra le società sequestrate vi sono concessionarie di auto, abitazioni private, attività di ristorazione, autovetture di lusso per un valore totale di circa 40 milioni di euro.

Vorticoso il giro di affari realizzato dall’organizzazione capeggiata da Vittorio Di Gangi che era riuscita a soggiogare molti cittadini tra i quali vi erano ristoratori, titolari di società a conduzione familiare, impiegati pubblici, imprenditori, titolari di negozi e di gioiellerie. Alcuni hanno avuto il coraggio di denunciare i loro “strozzini” liberandosi dalla spirale nella quale erano caduti e nella speranza di risolvere i loro problemi economici.

Già nel maggio 2012,
in una operazione antiusura della squadra mobile di Roma, che aveva impegnato circa 300 agenti, in seguito alle oltre 40 perquisizioni in città, disposte dalla direzione distrettuale antimafia (D.I.A.), il Di Gangi finì in manette.

Al termine delle indagini emerse un giro di usura gestito da un noto pregiudicato romano: Vittorio Di Gangi. Nell’abitazione dell’uomo arrestato, la polizia rinvenne un revolver calibro 38 con matricola abrasa.

La famiglia Di Gangi – dichiarò la Questura – era già nota alle forze dell’ordine per contatti con affiliati all’ex banda della Magliana. La stessa famiglia Di Gangi sarebbe titolare di una delle più importanti agenzie di sicurezza private: “Sipro”.

Con la crisi economica e le difficoltà di accesso al credito sono purtroppo sempre di più gli imprenditori vittime di usura: si stima che nel Lazio siano circa 28.000.

da affaritaliani + altre fonti
 

Pubblicato da Roby

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