La Procura apre un’inchiesta sugli ultimi scontri di Roma, l’ennesimo corteo finito nella violenza, le scene che si ripetono a distanza di pochi giorni una dall’altra. Ma il dato di fatto c’è ed è evidente: i No-Tav, coccolati dalla sinistra per anni, assieme ai centri sociali, tollerati sempre dalla sinistra per fini elettorali, continuano a insinuarsi in qualsiasi manifestazione, dalla casa alla scuola, per poter alzare la tensione.
Se la situazione non è degenerata lo si deve alla linea scelta dalla prefettura di semplice contenimento dei manifestanti, un contenimento che però finisce nel momento in cui vengono prese d’assalto le forze dell’ordine. <
Alcune frange di contestatori volevano provocare incidenti e ci sono riuscite, volevano esercitarsi nella guerriglia urbana e ci sono riuscite, volevano mette a ferro e fuoco alcune vie del centro di Roma e ci sono riuscite. E poco importa se adesso la procura ha aperto un’inchiesta e la Digos vaglierà le immagini riprese durante gli scontri.
Questi fatti sono intollerabili, come intollerabili sono gli assalti ai blindati e i tentativi di sfondare i cordoni per assaltare negozi, banche, ministeri e quant’altro.
Sedici feriti, tra cui quattro carabinieri sono un consuntivo pesante, anche se ha ragione il questore Fulvio della Rocca a sottolineare che, visto quello che è successo per le vie del centro di Roma, le cose potevano andare anche peggio.
Gianni Alemanno ha parlato di «degenerazione dei cortei, con scontri di piazza e violenza».
Ignazio La Russa evidenzia una sorta di «assuefazione» verso «il dileggio, l’oltraggio e le aggressioni nei confronti delle forze dell’ordine».
Il nodo da sciogliere resta quello cruciale: si sa dove questi violenti sono cresciuti e chi li ha giustificati. E adesso si continua a giustificarli perché – per la sinistra – saranno anche compagni che sbagliano, ma restano pur sempre compagni. E quindi guai a chi li tocca.
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Fonte: “secoloditalia“