Sales Made in Italy Products

La crisi e le enormi tasse che attanagliano le nostre grandi aziende a livello mondiale, è la causa che spinge altre nazioni come la Francia, la Cina e per ultima la Turchia, ad appropriarsene.


All’estero fa gola il sempre invidiato prodotto casereccio e ne approfittano in questo periodo storico. Nulla sembra interessare ai ricchi imprenditori italiani e al governo!.

Si, stiamo svendendo all’estero aziende italiane che hanno fatto la storia del prodotto manifatturiero Made in Italy, nel mondo.

Ultima azienda in ordine di tempo, un grande marchio dolciario dei fratelli AvernaPernigotti”, ora nelle mani della Toksoz, una famiglia turca, oltre 150 anni di storia italiana nel mondo con la produzione del mitico cioccolato gianduia e un fatturato annuo di circa 450 milioni di euro.

L’80% della celeberrima azienda “Loro Piana” fiore all’occhiello del Medy in Italy per la produzione del cachemire e delle più rare lane e la storica “Pasticceria Cova” di Milano, ora sono nelle mani del colosso francese Louis Vuitton Moet Hennessy (LVMH).


Un gioiello dell’industria italiana la “Ferretti group”, maggior produttore al mondo di yocht di lusso, ore è in mano ad una società statale cinese, la Shandong Heavy Industry group –Weichai, che non ha nulla a che fare con la produzione di yocht.

La rinomata azienda agricola-vinicola “Casanova – La Ripintura”, nel Chianti e nel cuore della Docg (Denominazione di origine controllata e garantita), ora è in mano ad un imprenditore cinese della farmaceutica di Hong Kong.


Il 25% della grande azienda nel pavese, produttrice di riso “Scotti”, è stata ceduta agli spagnoli di Ebro Foods.

La maison del gioiello “Bulgari”, finita nelle mani del solito colosso francese Louis Vuitton Moet Hennessy di Bernard Arnault.


L’azienda “Parmalat”, dopo il crac Tanzi, ora è in mano alla famiglia francese Besnier.

Tante altre sono le aziende manifatturiere e produttrici del Made in Italy, magari di minore entità ma non meno importanti, che sono state acquistate dai falchi milionari stranieri.


Molte aziende sono state acquistate da chi non ha mai avuto a che fare con quelle produzioni, ma nessun problema; l’importante per loro è accaparrarsi le tecnologie ed il “savoir-faire” artigianale nazionale, farlo proprio e successivamente svilupparlo nelle rispettive nazioni di provenienza.

I “disinteressati” ricchi imprenditori italiani, sappiano che stiamo svendendo all’estero la nostra manifattura, che per importanza è la 2° in Europa solo dietro quella tedesca.


Oltre 100 sono state le aziende italiane cedute all’estero, per un controvalore che equivale a circa la metà lorda della manovra finanziaria del 2011, pari a 18 miliardi di euro.

Oggi, “l’attuale capolavoro” della nostra manifattura, come all’epoca Napoleonica, quando i nostri capolavori, quadri e sculture di inestimabile valore, finirono nelle mani dei francesi e da sempre impreziosiscono i loro musei.


Nel mercato straniero è finito anche il vino, con la “Ruffino” in mano agli americani di Contellation Brands; con la casa vinicola “Gancia” nelle mani dell’imprenditore tartaro Roustam Tariko.

Insomma,siamo i primi o secondi produttori di vino al mondo e non abbiamo un’azienda vinicola a livello internazionale?.


Possibile  che il governo non riesca a studiare una norma “anti-scalate”, per difendere la produzione italiana dai “falchi” predatori stranieri?.

Quali saranno nel prossimo futuro le altre aziende appetibili agli imprenditori esteri?


Vige un concreto pericolo, l’Italia si sta svuotando del tessuto più importante, del fulcro dell’economia, di quello che ha tenuto sino ad oggi in piedi l’orgoglio della Nazione nel mondo, il “Made in Italy” tramite le nostre aziende manifatturiere e la nostra agricoltura; allorquando queste aziende verranno trasferite nei paesi degli acquirenti, ci sarà una perdita professionale, di sviluppo e di crescita per il nostro Paese.
 
 

Pubblicato da Roby

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