Renzi: col «rullo compressore» investe 80 euro per la sua campagna

Sconcertante la determinazione dell’ex rottamatore, oggi mago della politica del croccantino e alla guida dell’Italia col “rullo compressore”.. Tante facce, tante promesse…

Lilli Gruber a “Otto e mezzo” incalza il premier Matteo Renzi, su quel che lui ne ha fatto il suo cavallo di battaglia, e puntuale giunge la risposta:  «L’8 aprile, il governo presenterà il Def e il 15 o al più tardi il 16 aprile ci sarà un Consiglio dei ministri per sbloccare i denari necessari per tagliare l’Irpef e consentire gli 80 euro in più in busta paga a 10 milioni di lavoratori». Perché continua Renzi: «il grosso delle coperture del taglio Irpef verrà dalla spending review, la stragrande maggioranza dei denari verrà dalla cosiddetta revisione della spesa, che non è solo un taglio dei denari ma un cambio della pubblica amministrazione».

“”Quindi, la campagna elettorale del premier su quel “malloppo” degli 80 euro per quei pochi eletti che dovrebbero servire a tirare su l’economia italiana; continua. Non perde l’occasione ne lui ne i suoi compagni di ricordarlo agli italiani, sia sui quotidiani di partito, sia durante gli inviti nelle trasmissioni televisive e tg. Veramente conta sulla totale ignoranza del popolo? Veramente il venditore di fumo presume di poter comprare il voto degli gli italiani, con 80 euro e in poche buste paga; così, come ha comprato il voto degli stranieri alle primarie?“”

Basta con gli uccelli del malaugurio, che sono convinti che sia quantomeno complicato tenere fede alle promesse fatte e in così poco tempo?. «Oggi, intanto, abbiamo dato un evidente segnale di speranza per la gente – sostiene Renzi – finalmente le cose stanno avvenendo; si viaggia come un rullo compressore». E continua: «Il fatto, per esempio, che la legge elettorale sia stata approvata in prima lettura, che il prossimo 25 maggio non si voterà per le Province (ma lo diceva già la legge di Stabilità) e che per l’autorità anticorruzione sia stato scelto un magistrato come Raffaele Cantone, è segno di un Paese che vuole rimettersi in moto».

“”Perfetto. Ora, quegli ormai famosi 80 euro, col rullo compressore saranno ancor meglio, investiti.“”

l’ottimismo di Renzi, trasuda anche sul tema scottante del momento, quello delle riforme costituzionali che, (come ha riferito lo stesso premier in altra sede), nessuno all’estero crede che si faranno davvero.

Soprattutto – chiede la Gruber – cosa emerge intorno al ruolo di Forza Italia. Certo, inutile chiedere a Renzi se Berlusconi terrà fede ai patti, e Matteo, «dovete chiederlo a lui, non sono il portavoce di Berlusconi», ma si corregge e dice: «certo che il partito del Cavaliere resterà solido nella promessa. sono convinto che anche Forza Italia voterà il superamento del Senato, la modifica del titolo V e la nuova legge elettorale. Io sono convinto che le riforme andranno avanti».

Non passa giorno che Renato Brunetta, capogruppo alla Camera, metta in dubbio questa saldatura dice la Gruber. Ieri ha gridato al golpe sulle Province, «ma io che ci posso fare? Con tutti i problemi che ha l’Italia posso preoccuparmi di Brunetta?».

Certo, dice la giornalista, davvero, i problemi dell’Italia sono altri, ma anche nel Pd, a Palazzo Madama, ci sono 22 senatori che remano contro il provvedimento del governo per riqualificare la Camera alta. «Loro l’indennità la vorrebbero lasciare – commenta Renzi – io no, perché penso che mille parlamentari siano troppi».

Lilli prosegue, chiedendo se l’esito delle primarie e il voto della Direzione del Pd sono stati coerenti con i suoi intenti riformatori e il premier, la liquida con aggettivi sprezzanti:  la loro iniziativa, «retorica» e «demagogica». E comunque, a scanso di equivoci, «a quelli che dicono “vediamo se ce la fa”, dico con chiarezza: io vado a casa, ma secondo me vanno a casa anche loro». (Ma allora Renzi conta sul fatto che nessuno voglia abbandonare la poltrona?)

Insomma, dice la Gruber, il «rullo compressore» prosegue con un timing molto stretto, per certi versi avvincente, sulle riforme e sull’economia, senza prendere in considerazione l’idea di vedere Berlusconi prima del 10 aprile, quando scatteranno i servizi sociali; e il premier «Non è previsto un incontro con Berlusconi, non avrei però alcun problema a incontrarlo», ma poi puntualizza: «Berlusconi ha fatto la scelta importante di stare al tavolo delle riforme. Riforme che il premier ora vuole portare avanti, anche se non toccheremo il 3%, quello resta; noi a Bruxelles abbiamo detto: siamo l’Europa, ma pensiamo che vada cambiata, mettiamo in fila le cose da cambiare e ci diamo tre mesi di tempo. Proviamo a farle».

Dall’intervista, nulla è emerso riguardo il falso e ipocrita taglio delle province.

@robylfalco