Parioli: "baby squillo". Spunta il baby-gigolò, ma non è tutto…

“Mi piace avere un figlio giovane che rimorchia le ragazzine e le porta al papi”. Diventa sempre più inquietante il tenore degli sms che stanno venendo alla luce nell’ambito dell’inchiesta sul giro di prostituzione nella Roma Bene.

 

Questo è solo uno degli ultimi messaggini ed evidenzia anche come nel giro della prostituzione oltre alle due ragazze di 14 e 15 anni sia finito anche un ragazzo, un baby gigolò, forse minorenne, ingaggiato per adescare. “Mi faresti almeno una ricarica?”, risponde il giovane. La ricarica come ricompensa.

Si allarga intanto l’inchiesta ad altre città italiane ed estere come Cannes e Nizza. Per ora agli arresti sono finite cinque persone tra cui la mamma di una delle ragazze. Segno che l’organizzazione era ben ramificata e potrebbe coinvolgere anche altre ragazze maggiorenni: hostess, impiegate.

Da capogiri i tariffari: 500 euro per due ore. 1000 euro per un’intera giornata. La percentuale per le ragazze era del 40%. E spunta anche un’agenzia immobiliare che secondo gli investigatori forniva stanze per gli incontri a luci rosse all’insaputa dei proprietari.

I CLIENTI DELLE BABY SQUILLO

I clienti delle baby squillo dei Parioli venivano da tutta Italia: anche Milano, Bologna e Firenze. Imprenditori, notai, commercialisti, nella lista delle Lolite ci sarebbero professionisti noti e stimati; ma per ora è per ora top secret. Persone insospettabili, tutte disposte a pagare anche 2000 euro. Ora però i facoltosi uomini d’affari non rischiano solo per ‘favoreggiamento della prostituzione minorile, ma anche violenza sessuale su minore di sedici anni.

GLI ALTRI SMS: MI FACCIO UNO PER 300 EURO”

“Tu mi piaci, hai amichette giovani e io adoro le lolitine”, scrive un cliente. “Mimmi ne abbiamo fatto uno solo”, digita una delle minorenni. Sono solo alcune delle conversazioni intercettate tra le due ragazze di 14 e 15 anni dei Parioli finite nel giro di prostituzione della Roma Bene.

“Vi ha dato 300 euro, ok, ci vediamo domani”, risponde alle ragazzine Mirko Ieni che nelle conversazioni intercettate rilancia: “Questo vi vuole offrire una vacanza a Cannes di cinque giorni, ho chiesto mille euro al giorno, lui cinquecento, trovate voi una via di mezzo”. E ancora: “Stellina quello con lo Smart di ieri vuole lo stesso trattamento, vieni da me”.

Le giovani avevano registrato sul cellulare «Cliente Antonello 5», «cliente Augusto 6», «Cliente Angelo 6:30» e «cliente Marco 4:30» e nello scambio di sms contrattano il pagamento: «400» stabiliscono le giovani, «sono troppi» ribatte Augusto.

Le ragazze vengono indirizzate sui costi della prestazione: “Questo è un brutto panzone ciccione, levagli due piotte”. Ma anche qualche rimprovero: “Ti devi sbrigare, ti fai venire a prendere e vieni qua, altrimenti con me hai chiuso. Micia io ci lavoro con questa roba, siete poco precise: adesso devi farti questo, ha staccato dal lavoro, ci porta duecentocinquanta euro, di cui una piotta e mezza è mia perché la casa la sto pagando io, vieni, te lo fai e te ne vai”.

UNA DELLE RAGAZZE: “MAMMA MI OBBLIGAVA”

“Voglio soltanto tornare a scuola”. Così in un pianto di lacrime e accuse si scioglie l’incubo della 14enne finita in un gioco torbido e troppo più grande della sua giovane età. Tradita dall’affetto più caro, la madre, che invece di proteggerla, aveva cominciato a guadagnare sul suo corpo violato. Era stata l’amica del cuore che l’aveva portata in quel giro. Gli interrogatori dei magistrati ricostruiti da Repubblica svelano i retroscena di degrado della storia torbida nata sui banchi di scuola di un liceo della capitale.

La posizione più complicata quella della mamma di una delle due baby squillo che, venuta a conoscenza dell’attività della figlia, la avrebbe addirittura incoraggiata pretendendo anche una “percentuale” dei guadagni. Una storia che ricorda il romanzo di Alberto Moravia, “La romana” appunto: come in quelle pagine colte anche qui c’è una madre che sogna di uscire dalla propria condizione di miseria, consigliando e spronando la figlia a non deludere i clienti. Ma la realtà supera la finzione, non c’è redenzione ma solo una voragine di sesso e droga.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, le minori, di mattina andavano a scuola e il pomeriggio si prostituivano, utilizzando i loro guadagni anche per acquistare sostanze stupefacenti per uso personale.

L’inchiesta è scaturita dalla denuncia dell’altra madre della minorenne che aveva notato un cambiamento radicale del comportamento della figlia. Inoltre alcune lettere anonime l’avevano allertata sui comportamenti della figlia. Le indagini hanno permesso di scoprire che le ragazze erano state adescate tramite una chat da tre uomini. La prostituzione delle due minori era “gestita” da I.M., che aveva adibito a casa chiusa un appartamento sito in viale Parioli, e che provvedeva a gestire i rapporti con i clienti reperiti mediante inserzioni su siti di incontri on line, in cui le due ragazze venivano spacciate per maggiorenni. Tra gli arrestati anche uno dei clienti, D.M., indagato anche per produzione di materiale pedopornografico e tentata estorsione: secondo l’accusa sarebbe stato consapevole della minore età di almeno una delle ragazze e aveva richiesto il pagamento di 1500 euro per non divulgare alcuni video che aveva effettuato durante gli incontri.

La madre, il cliente e i tre organizzatori del “giro” attendono gli interrogatori di garanzia. Dovranno rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Maddalena Cipriani, la stessa che emesso il provvedimento cautelare su richiesta del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del sostituto Cristiana Macchiusi.

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Fonte: affaritaliani

 

Pubblicato da Roby

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