"No ai bimbi in moschea": il centrodestra livornese contrario all’invito di Diop

Il presidente della comunità senegalese ha proposto: “Portate i vostri figli a frequentare il nostro tempio per imparare l’arabo e i princìpi islamici”. Polemici Pdl e Lega

Leader della comunità senegalese attivo nel Pd – Mbaye Diop

Livorno, 4 novembre 2013 – «Non mi diverte molto l’invito che Mbaye Diop rivolge ai i bambini livornesi a frequentare la moschea recentemente aperta (purtroppo) e assistere così all’insegnamento dei princìpi fondamentali della religione islamica».

Scatta subito l’alzata di scudi di Bruno Tamburini, capogruppo comunale del Pdl, nei confronti dell’apertura fatta dal presidente della comunità senegalese che invita i bambini livornesi ad imparare l’arabo nei locali della moschea.

«Un modo – dice Diop – per abbattere le barriere della diffidenza».

Ma, nelle file del centrodestra, la proposta non scalda i cuori. Anzi. «Non soltanto non mi diverte – continua Tamburini – ma vista la mia sana e forte diffidenza verso quella religione, mi vede assolutamente contrario, anche alla luce dei tanti esempi nel mondo che lo sconsigliano nel modo più assoluto. Da ex e post fascista mi sono convertito alla democrazia, ho fatto, come si suol dire di necessità virtù, ma la necessità di convertirmi all’Islam proprio non la vedo».

Sull’argomento interviene anche Giuliana Dei della Lega Nord. «Ho letto con interesse l’intervista rilasciata a La Nazione da Mbaye Diop, presidente della comunità straniera a Livorno – scrive la Dei – mi piace il signor Diop, appare deciso, ha grinta, è probabilmente un ottimo oratore e sicuramente possiede capacità persuasive; non lo conosco personalmente, ma non è detto che questa mia lacuna non possa, col tempo, essere colmata».

La Dei riprende alcune frasi dette da Diop «Portate i vostri figli alla moschea»; «La domenica mattina i nostri figli imparano l’arabo e insegniamo loro i pricìpi fondamentali della religione islamica, per questo vorremmo coinvolgere anche i bambini livornesi in questa iniziativa». «La cultura non ha colori e non ha neanche frontiere; questo progetto ha lo scopo di favorire l’integrazione fra culture diverse».

«Ottimo messaggio – scrive la Dei – , il conoscere non è mai troppo. Parlavo prima delle capacità persuasive che forse Diop possiede e a tal proposito mi sovviene in colloquio che ho avuto con un venditore ambulante senegalese che vive da diversi anni in Italia; lo conosco abbastanza bene e spesso ci siamo scambiati opinioni, suggerimenti e idee sui rispettivi modi di vivere religiosi e culturali dei rispettivi Paesi. Ho esortato il mio interlocutore, persona fortunata perché lavora e bene integrata e che conosco come molto altruista, a recarsi a Lampedusa (se lo può permettere alla grande) ad aiutare personalmente i profughi di provenienza africana che fuggono da guerre e miseria».

«Questo – ho aggiunto – per non lasciare sempre e solo gli italiani ad affrontare l’emergenza migranti. In risposta ho ottenuto solo un’irrispettosa e sarcastica risata. Mi sento di rivolgere lo stesso appello a Diop, certa che non mi riderebbe in faccia e certa delle sue capacità di leader; integrarsi vuol dire anche aiutare materialmente le autorità italiane e i volontari che si adoperano affinché tragedie come quelle dell’ottobre scorso siano solo un tristissimo ricordo. Un volto amico, per i disperati che sbarcano, sarebbe un segnale più forte di tante belle frasi di circostanza e di tante chiacchiere buttate al vento».

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Fonte: lanazione

 

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Pubblicato da Roby

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