Narcotrafficante dal carcere inviava "pizzini" in Marocco!

Le istruzioni al nipote su come gestire il traffico e lo spaccio di droga. Tutto dalla cella del Due Palazzi.
Dal carcere il filo diretto è ben saldo. E le indicazioni arrivano precise su come continuare a tirare le fila del traffico di droga, a tenere i contatti giusti e a evitare i luoghi a rischio. È un vero e proprio manuale quello sequestrato dagli investigatori in occasione dell’ennesimo arresto di alcuni spacciatori di “alto rango” di origine marocchina. Dal carteggio risulta che lo zio M.B. – importante narcotrafficante con attività nel Padovano accusato di comprare e vendere hascisc a quintali – dalla sua cella nella casa circondariale inviava lettere in arabo al nipote B.B., 25 anni, anche lui finito nei guai. E lo consigliava e avvertiva, esordendo sempre con una preghiera o un’invocazione: «Pace sia su di voi… Grazie a Dio Unico la preghiera e la pace su nostro Signore… Fratello come ti ho detto nelle lettere precedenti, stai attento e non fidarti di nessuno. Allontanati dal giro di Piove sono tutti spie… La situazione è pericolosa… Non essere presente tanto a Padova che lì ormai siamo bruciati. Siamo conosciuti dal Governo (la procura e i carabinieri)… Sei appena uscito dal carcere. Sei seguito al 200%». In un’altra missiva lo zio continua: «Usa la testa, lavora piano finché esce tuo fratello in modo che ti aiuta… Cerca di allontanarti dall’hascisc. Solo il colore bianco (la cocaina)». Lo zio ritiene più rischioso il traffico di hascisc, importato in ingenti qualità dal Marocco, e spinge il parente ad acquistare la cocaina sul territorio da altri pusher: un tipo di spaccio meno complicato e visibile. «È vietato trasportare… Chi vuole qualcosa la viene a prendere… Il telefono è un problema…. allontanati dal telefono» continua, «E allontanati da S.H., è il più grande figlio di p… fai in modo di mandarlo in carcere». E in effetti S.H. è stato poi “bruciato” da B.B., ma è riuscito a fuggire. La maggior preoccupazione di B.B. è di tornare libero: «Contatta il figlio di M.A. Digli di trovarmi qualcuno per farmi gli arresti domiciliari… Ho collaborato con il Governo e mi devono dare l’obbligo di firma o gli arresti domiciliari… Riguardo al lavoro cerca di allontanarti da Padova. Vedi Firenze o Milano». Lo zio è sospettoso. E invita il nipote a esserlo pure lui: «Fai tanta attenzione che tutto è controllato. Sei appena uscito dal carcere… Allontanati da Padova, dall’autostrada, usa il cervello. Vedi l’avvocato se c’è una soluzione per arresti domiciliari o obbligo di firma. Se non c’è, digli di mandarmi in Marocco e dagli il passaporto». In un’altra lettera scrive: «Dio ti porti sulla strada giusta… Cerca di allontanarti dai trasportatori di Piove che finirai a chiedere l’elemosina… Ho sentito che S.S. ti ha rubato due chili. Lavori con i ladri? Mandami il suo nome, cognome e dove abita. È necessario che loro vengano incarcerati…». Su un connazionale scrive: «Ho collaborato con pm. La Finanza sta seguendo K. e il suo amico e io avrò cose positive da questa collaborazione».<br>
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Pubblicato da Roby

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