Ennesima beffa, ennesimo e lungo rinvio. Il tribunale speciale indiano ha deciso di rinviare l’udienza dei nostri marò al 31 luglio p.v…
“Il tribunale indiano non potrà usare l’accusa di terrorismo”– “la prossima udienza dovrà tenersi tra un mese” – poi, le voci di Palazzo Chigi: “Subito a casa”.
Questo è quanto si è letto dai giornali e quotidiani online, dopo che la Corte suprema indiana ha ammesso il ricorso dei due marò contro l’utilizzo della polizia Nia antiterrorismo; sospendendo quindi, il processo in corso presso il tribunale speciale a carico di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La prossima udienza si terrà tra quattro settimane, avevano sentenziato.
Oggi, puntuale come al solito, giunge la “novità” del tribunale speciale indiano, che si sta occupando dell’incidente in cui sono coinvolti i due fucilieri della Marina Militare italiana: ha deciso di rinviare l’udienza al 31 luglio, dopo aver preso atto della sospensione del procedimento penale, decisa tre giorni fa dalla Corte Suprema.
Quindi, il giudice Bharat Parashar ha ascoltato le parti, visionato l’ordinanza della Corte Suprema e disposto il lungo rinvio (l’ennesimo). L’udienza pomeridiana è durata una decina di minuti durante cui i difensori di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone hanno consegnato la documentazione relativa al ricorso presentato dai medesimi in Corte Suprema, con il relativo ‘order’ in cui si dispone la sospensione del processo del tribunale speciale.
I nostri marò, ora, devono tornare in Italia. Non ha più senso trattenerli in stato detentivo in India. Per lo status in cui si trovano i nostri fucilieri delle Difesa, non vi è il pericolo di fuga, tantomeno di inquinamento delle prove (già di per sé abbondantemente inquinate/falsate dagli indiani). Semmai processo ci sarà, «visto che a tutt’oggi gli indiani non sono ancora riusciti a concretizzare i capi d’accusa», i nostri due uomini d’Onore, si presenteranno! (da: tgcom24)
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