Marò terroristi? Questo è un terrorista

L’India vorrebbe giudicare i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Giorone con la legge (Sua act) come se fossero terroristi e non Militari, che nell’ambito delle loro funzioni hanno soltanto svolto il loro dovere.

Marò terroristi? Questo è un terroristaNon dovrebbero essere i nostri fucilieri della Marina considerati terroristi. Ma chi impugnando un coltello ha tagliato la gola a un uomo, in pieno centro a Londra, lasciandolo per terra nella speranza che morisse e poi si è dato alla fuga, orgoglioso di aver compiuto un atto, in nome del suo popolo. La vittima si è salvata grazie al tempestivo intervento dei soccorsi londinesi.

Dopo circa 16 mesi dall’accoltellamento, l’indiano Sigh Lakhbir è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Ascoli Piceno con l’accusa di tentato omicidio con finalità di terrorismo.

I militari dell’arma, in seguito al controllo dello straniero, lo hanno ammanettato in esecuzione di un mandato di arresto europeo a fini estradizionali emesso dall’autorità giudiziaria del Regno Unito.

L’indiano, non ha esitato a farsi ammanettare confessando di essere stato lui l’autore dell’accoltellamento del generale indiano Kuldeep Singh Brar, avvenuto il 30 settembre del 2012 in Old Quebec Street, nel West End di Londra. Ma ha anche confessato, che era terrorizzato al pensiero di poter finire nelle mani dei servizi segreti indiani, che lo avrebbero riportato nel suo Paese, rinchiuso in un carcere indiano trattato da terrorista e condannato alla pena di morte. Quindi, ha scelto di essere giudicato a Londra piuttosto che finire nelle maglie della giustizia indiana.

Lo straniero ha dichiarato di aver cercato di ammazzare il generale, perché nel 1984 compì una strage, nella quale rimasero feriti dei parenti dell’arrestato. Singh Lakhbir ha aggiunto: nella popolazione Sikh, «non si dimentica» e chiunque avesse incontrato il generale avrebbe «dovuto» ucciderlo.

Stante alle sue dichiarazioni, l’arrestato sarebbe nato tre anni dopo la strage commessa dal generale, ma la famiglia lo avrebbe «indotto» a compiere il folle gesto in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del mondo avesse incontrato quell’uomo. Il gesto di Sigh Lakbir, quindi, è stata una vera e propria vendetta contro il generale che tre anni prima che nascesse aveva compiuto la strage. A suo dire, tra i Sikh certe azioni criminali non si dimenticano e quindi non esistono limiti di tempo: la vendetta è un piatto che va servito freddo. Ora, si trova agli arresti ai fini estradizionali nel carcere di Fermo, dal quale dovrebbe essere trasferito a Londra entro 15 giorni, non appena verrà ratificata la rogatoria.

L’indiano faceva parte di un gruppo criminale composto da altri tre uomini e una donna, che sono stati arrestati pochi giorni dopo l’attentato, dagli investigatori della divisione antiterrorismo del Metropolitan Police di Scotland Yard. Questi sono stati già condannati a pene che vanno dai 9 ai 14 anni dalla giustizia inglese.

Quindi, Singh Lakhbir, preso ad Ascoli Piceno, sa di rischiare le stesse pene, e dunque, l’uomo accusato di tentato omicidio con finalità di terrorismo, ha «preferito» finire nelle mani della giustizia inglese, piuttosto che finire nelle maglie dei suoi connazionali e del Tribunale indiano, che dovrebbe, contro ogni legittimazione, giudicare i due fucilieri italiani, Latorre e Girone; sedere avanti a quei giudici, che ancora non si sono pronunciati sui nostri connazionali e che da due anni non decidono sulla loro sorte.

@robylfalco

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Pubblicato da Roby

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