Marò: terminate le elezioni indiane, rischiano di tornare nel Kerala

Lo scandaloso inferno che i Marò sono obbligati a subire per colpa di un inetto governo italiano e di un corrotto governo indiano, sembra non avere fine…

Marò: terminate le elezioni indiane, rischiano di tornare nel Kerala

Sono oltre 800 i giorni che, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, hanno trascorso in india; sono stati privati della loro libertà personale e trattenuti indebitamente in quello Stato che, per mero interesse, ha preso come capro espiatorio le teste dei nostri marò per una sporca campagna elettorale.

E’ di qualche giorno fa l’ennesima beffa indiana. Proprio mentre il governo italiano “annuncia cambiamenti” sulla gestione dell’emblematico caso e a Roma, i parenti dei nostri fucilieri e Il Tempo preparano una grande manifestazione per riportarli a casa: i due fucilieri, che per un tempo a dir poco vergognosamente lungo sono rimasti a New Delhi, ora, vengono richiamati di nuovo e a gran voce dallo Stato del Kerala, dove, Latorre e Girone, senza alcuna accusa e prove ben definite,  furono comunque arrestati e messi nelle stesse prigioni degli altri comuni criminali.

Lo Stato del Kerala ha inviato un esposto alla Corte Suprema indiana dove chiede il nuovo trasferimento da New Delhi nello Stato del Kerala del processo contro i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Fu in quello Stato dell’India meridionale, al largo delle sue coste e in acque internazionali, che  avvenne uno scontro a fuoco, nel quale hanno tragicamente perso la vita due pescatori indiani il 15 febbraio del 2012. Da quel tragico evento e senza che lo Stato indiano abbia mai formulato un atto di incriminazione, vennero  accusati Latorre e Girone.

I due militari della Marina italiana, arrivarono nel Kerala, nel porto di Kochi, a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie, dove si trovavano in missione internazionale antipirateria. Chiamati a collaborare ad un riconoscimento, furono poi arrestati. Il governo di Delhi li portò via dallo Stato del Kerala che, non aveva e non ha alcun diritto di giudicarli.

Va da se che in India le regole del gioco si fanno al momento della partita, infatti, quasi in contemporanea con il cambio della guardia alla Corte Suprema indiana, dove al posto di P. Sathasivam, è subentrato Rajendra Mal Lodha che si è sempre dimostrato un garantista e in particolare nei confronti dei due fucilieri italiani, visto che ha seguito e conosce la vicenda in ogni suo dettaglio; proprio in questo momento, è giunto ai giudici di Delhi l’esposto di Freddy John Bosco, proprietario del peschereccio St. Antony, sul quale si trovavano i due pescatori uccisi che mira a riportare il processo nelle grinfie del Kerala.

Non possiamo immaginare quale sarà la decisione delle massime autorità della Magistratura indiana, di una cosa siamo certi, che nel Kerala, Stato di appartenenza dei due pescatori uccisi, il caso marò, è stato utilizzato per fini elettorali (in India le elezioni politiche sono attualmente in corso), pertanto il procedimento si rintreccia in una fase critica, poiché non sembra ci siano i tempi necessari perché l’esposto possa essere esaminato prima del 12 maggio; addirittura, come ha confermato Usha Nandini, non è escluso che la Corte Suprema indiana si pronunci dopo la fine delle vacanze estive giudiziarie, ovvero  il 29 giugno.

Quindi, i tempi si allungano ancora a dispetto delle nostre aspettative di un celere rientro dei nostri fucilieri che, trattenuti illegalmente da oltre due anni in India, non sono stati formalmente accusati di nulla, ed ora, rischiano anche di dover lasciare l’ambasciata italiana di Delhi per ritornare nel Kerala.

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@robylfalco

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Pubblicato da Roby

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