Terminata la missione della delegazione di parlamentari italiani a New Delhi, accompagnata dai giornalisti italiani, che hanno incontrato i due marò detenuti in India, in attesa di processo. Durante la missione, è proprio uno dei due fucilieri, Massimiliano Latorre, ad appellarsi ai cronisti mentre si trovavano all’ambasciata: “Scrivete la verità, perché altrimenti è un male. Ci sono due inchieste aperte. Non posso essere io a chiarire le cose”. Latorre ha quindi invitato i giornalisti, per avere un quadro più chiaro sulla loro complicata vicenda, “a riascoltare l’intervista al comandante in seconda della petroliera Enrica Lexie Noviello”.
I due militari invitano pertanto la stampa italiana a raccontare la verità, a ricordare l’intervista effettuata al comandante in seconda della petroliera Enrica Lexie Carlo Noviello, ed eventualmente riascoltarlo.
In quell’intervista che risale a circa un anno fa, si evidenzia lo sdegno del comandante mentre proferisce le sue parole al giornalista, quindi; è inconfutabile la vergognosa montatura indiana e di conseguenza, la mancata e immediata presa di posizione da parte del governo italiano. “E’ una menzogna, sono sicuro che l’imbarcazione che ho visto dal ponte della nave non era il peschereccio St.Antony, quella a cui i fucilieri hanno sparato era una barchetta e di diverso colore. I colpi esplosi a scopo intimidatorio sono andati in acqua e quando la barchetta si è allontanata, le due persone erano in piedi e vive, le ho viste io”; “sono sicuro, che i due pescatori sono morti a causa di un altro conflitto a fuoco, avvenuto all’interno del porto e con la guardia costiera locale, dove vi è stato anche un assalto su una nave greca”. Queste le dichiarazioni dell’ex comandante in seconda della petroliera Enrica Lexie.
Carlo Noviello, il 9 agosto è stato ascoltato dalla polizia a Kochi, nel Kerala, dove ha ribadito all’ANSA i suoi dubbi sull’incidente, in cui morirono due pescatori indiani, già largamente espressi nell’intervista di un anno fa. Del peschereccio ”non corrispondono i colori rispetto a una foto mostratami dal Dipartimento indiano della Marina mercantile”, ha spiegato, e ribadisce ”di non aver notato nessuna persona morta o ferita a bordo della barca, quando è fuggita dopo l’incidente”.
Particolari importanti, che contraddicono i risultati delle indagini e della perizia balistica delle autorità indiane, che ancora non giunge a conclusioni. Nulla è emerso dell’audizione odierna all’ex secondo della petroliera dall’Agenzia Nazionale di Investigazione (Nia), che attualmente conduce l’inchiesta a carico di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per l’uccisione dei due pescatori. Accompagnato dal legale della società armatoriale Fratelli d’Amato, Noviello ha raccontato agli investigatori indiani che nel pomeriggio del 15 febbraio 2012 (data dell’incidente), è stato avvistato sul radar della E. Lexie il ”peschereccio sospetto” e la squadra antipirateria dei sei marò è entrata in azione. Ha visto i due fucilieri attivare le misure di segnaletica luminosa, mostrare i fucili e poi sparare in acqua per evitare l’abbordaggio dei sospetti aggressori. A differenza del comandante Umberto Vitelli, che era in ufficio, lui ha assistito a tutte le azioni di Latorre e Girone… (>>Guarda il video<<)
Per Giovedì 30 c.m. è prevista una manifestazione autorizzata dalla Questura di Roma, presso l’ambasciata indiana a Roma – via XX Settembre, 5 – Dalle ore 13 alle 19.
