Marò. Dopo UE e Nato: “parla l’ONU” e l’India ci ripensa.

L’ONU si è sentito pressato dopo l’affiancamento all’Italia della Nato sul caso Maro e “si mette i gioco”. Dalle ultime dichiarazioni, potrebbe proporre all’India un arbitrato internazionale, o promuovere dialoghi bilaterali, sulla vicenda dei nostri fucilieri.

Marò. Dopo UE e Nato: “parla l’ONU” e l’India ci ripensa.

Le pressioni italiane, dell’UE e l’intervento della Nato sembrerebbero dunque aver convinto il segretario delle Nazioni unite a cambiare la sua posizione di equidistanza e incaricare i propri servizi legali di verificare la praticabilità di un arbitrato.

Il portavoce del Segretario Generale Ban Ki-moon  ha spiegato che “il Segretario è preoccupato per una vicenda irrisolta, che vede coinvolti due importanti Paesi, e teme che possa avere delle ripercussioni sulle operazioni di sicurezza anti-pirateria e sullo stato di diritto. India e Italia devono trovare un accordo”.

Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, riferendo sul caso marò in aula al Senato, ha riferito che durante il colloquio avuto mercoledì sera con  Ban Ki-moon, le ha “assicurato comprensione e promesso una sua successiva azione nei confronti delle autorità indiane”. Bonino ha sottolineato che nelle prossime ore ci sarà un nuovo intervento della delegazione dell’UE al Palazzo di Vetro e poi un incontro tra il Segretario Generale e l’Alto rappresentante per la politica estera europea, Catherine Ashton. “UE e Nato sono schierate con l’Italia – ha spiegato la titolare della Farnesina – perché preoccupate dall’uso abusivo di un quadro giuridico che mette a rischio l’intera azione internazionale contro la pirateria”. “La richiesta del procuratore generale indiano di applicare la legge anti-terrorismo – ha aggiunto – ha modificato sensibilmente i termini della questione”.

L’India dal suo canto, starebbe esplorando le ipotesi esistenti per formulare i capi di accusa contro i marò e non sulla base della legge anti-pirateria (Sua Act), ma del codice penale indiano.

Immagine deteriorata scrive oggi 14 febbraio The Indian Express”. Nel quotidiano online, si legge che al termine di una riunione interministeriale (Interni, Esteri e Giustizia) tenutasi ieri 13 febbraio, è stato deciso che la questione sia nuovamente studiata dal ministero della Giustizia.

Nell’incontro interministeriale, promosso dal ministro dell’Interno Sushil Kumar Shinde, il collega degli Esteri, Salman Khurshid, ha sottolineato, che «l’immagine del Paese si stava deteriorando a livello internazionale a causa dell’impasse».

Per questo motivo, Khurshid ha proposto che la questione dovesse nuovamente essere esaminata dal ministro della Giustizia, Kapil Sibal, per valutare se le accuse nei confronti dei due militari italiani Latorre e Girone potessero essere formulate utilizzando solo il codice penale indiano.

Nell’udienza del 10 febbraio in Corte Suprema, il procuratore generale G.E. Vahanvati, aveva confermato la volontà di utilizzare la norma “Sua Act” (Terrorismo). Opzione però fermamente respinta dai legali dei due fucilieri di Marina italiani. 

RICORDIAMO L’azione dell’Italia alle Nazioni Unite, per Pace e Sicurezza

L’Italia è impegnata a difendere i sui interessi globali di politica estera partecipando ai processi intergovernativi nelle Nazioni Unite (ONU). Il confronto e l’interazione con gli altri paesi su pace e sicurezza internazionale, sviluppo sostenibile, difesa e promozione dei diritti umani e la partecipazione ai processi decisionali dell’ONU costituiscono una componente centrale dall’azione di politica estera.

L’Italia è membro dell’ONU dal 14 dicembre 1955. E’ stata eletta 6 volte in Consiglio di Sicurezza (l’ultimo mandato biennale si è chiuso alla fine del 2008) e 7 volte nel Consiglio Economico e Sociale, di cui è attualmente membro. L’Italia è stata inoltre rieletta per un secondo mandato nel Consiglio Diritti Umani, istituito nel 2006.

Nel 2011, il contributo italiano al bilancio ordinario dell’Organizzazione è stato di 117,4 milioni di dollari, pari al 4,9% del totale (sesto contribuente su 193 paesi e quarto tra i Paesi europei). L’Italia finanzia inoltre con circa 14 milioni di dollari il bilancio dei Tribunali Internazionali. (da: Farnesina)

(@Robylfalco, da: varie fonti)

Pubblicato da Roby

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