Marò: 27esimo rinvio. Lungaggini indiane tra controsensi e inettezze

India: no Sua act per i marò. Ma proceda la polizia anti-terrorismo (Nia). Controsensi e poca chiarezza aleggia da oltre due anni sul caso dei nostri due fucilieri della Marina e intanto, siamo giunti al 27esimo rinvio…

Marò: 27esimo rinvio. Lungaggini indiane tra controsensi e inettezze

Il Procuratore generale indiano continua a fare “l’indiano” e  lunedì mattina, ha chiesto alla Corte Suprema che i due marò italiani non siano processati per la legge anti-terrorismo ed anti-pirateria (Sua Act), ma ha chiesto che l’accusa venga formulata comunque dalla polizia anti-terrorismo Nia.

Controsensi indiani, o gioco politico studiato a doc per allungare il più possibile i tempi, per i loro fini mediatico-elettorali?

Immediata la reazione della difesa, che si è opposta a quest’ultima ipotesi e quindi, il giudice che non attendeva altro, ne ha subito approfittato per fissare una nuova udienza che avrà luogo fra due settimane.

Subito dopo la decisione si è tenuto un vertice a palazzo Chigi sulla vicenda, fra il premier, Matteo Renzi, la Ministra degli Esteri, Federica Mogherini, la collega della Difesa, Roberta Pinotti e l’inviato del governo, Staffan De Mistura.

Il procuratore generale indiano, G. E. Vahanvati, quindi, ha presentato lunedì u.s. l’opinione del governo, favorevole ad abbandonare il Sua Act sul caso dei fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.

L’applicazione della legge anti-terrorismo nel procedimento, era stata richiesta inizialmente alla Corte Suprema dall’accusa, ma il Sua Act contempla anche la pena di morte. La richiesta, aveva provocato una durissima reazione da parte di, Italia, Ue e Nato, che si sono dette fermamente contrarie all’ipotesi che due militari impegnati in una missione internazionale anti-pirateria, fossero processati per terrorismo.

Di fronte alle proteste internazionali, il governo indiano aveva deciso di studiare la possibilità di non usare il Sua Act. All’udienza di martedì 18 febbraio della Corte Suprema, che doveva decidere sul capo di imputazione, il procuratore generale aveva chiesto e ottenuto un rinvio (il 26esimo), in attesa del parere dell’esecutivo.

Oggi, Lunedì 24 febbraio, il procuratore Vahanvati ha consegnato al giudice B.S. Chauhan l’affidavit con l’opinione del ministero della Giustizia sul caso dei marò, in cui si esclude il ricorso al Sua Act. Il documento sostiene però che i capi d’accusa saranno presentati dalla polizia Nia (unità antiterrorismo), che ha svolto le indagini.

L’avvocato della difesa Mukul Rohatgi ha però obiettato che “è impossibile utilizzare la Nia in assenza del Sua Act”. Il giudice ha allora chiesto alle parti di presentare le loro posizioni, fissando per questo, un termine di due settimane (27esimo rinvio). La questione sarà discussa da un tribunale della Corte composto da tre giudici.

All’uscita dell’udienza in Corte Suprema, il difensore Rohatgi ha voluto sottolineare il risultato di aver eliminato lo scoglio rappresentato dalla legge anti-pirateria. “Con l’eliminazione del Sua Act – ha sottolineato – abbiamo fatto un primo passo. Ora presenteremo le nostre motivazioni avverse al mantenimento della polizia investigativa Nia”. (da: Farnesina)

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Pubblicato da Roby

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