Lecce: sprechi, "Ventidue agenti, nessun detenuto". L’altra faccia del caos penitenziario

Il sindacalista: ecco il caso limite dell’istituto minorile di Lecce




Carcere minorile di Lecce

«I GUARDASIGILLI passano, ma l’emergenza resta. Considerando che, quanto all’edilizia carceraria, le costruzioni realizzate dal 2006 a oggi sono frutto, in buona sostanza, degli impegni assunti dall’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, bisogna concludere che in Italia concetti come ‘fare chiarezza’ e ‘razionalizzare’ sono parole d’ordine rivoluzionarie».

Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo della Polizia penitenziaria (Sappe) porta il punto di vista degli agenti di custodia nel dibattito sulla strategia per disinnescare la bomba a tempo del sovraffollamento nelle celle, dopo il pesante monito della Corte europea per i diritti umani.

Fare chiarezza e razionalizzare, dunque. Invece di costruire nuove carceri?
«Se a suo tempo fossero state concentrate le risorse disponibili per ristrutturare il patrimonio edilizio esistente, anziché privilegiare i grandi appalti dalle lunghe ombre, forse non saremmo a questo punto. E poi nel sistema tutto si tiene, quando si parla con leggerezza dei famosi 22mila posti letto in più da assicurare alla popolazione detenuta non si può eludere la domanda che nasce spontanea: e gli agenti per sorvegliarli, dove si vanno a prendere?».

Anche su questo fronte c’è spazio per riformare a costo zero?
«C’è un esempio grande come una casa: la giustizia minorile, articolata in Centri di prima accoglienza e Istituti penali. Nel Cpa di Taranto transitano in un anno 3 detenuti al massimo, mentre risultano impegnati ogni giorno 9 agenti e un ispettore. L’Ipm di Lecce forse è un caso limite: da cinque anni non passa un detenuto, ma lì sono in servizio 22 agenti e 15 impiegati. E segnalazioni non molto distanti da questa realtà arrivano anche da Salerno, Ancona e Caltanissetta. In Italia, su 450 minorenni in carcere sono chiamati a vigilare 900 agenti, senza contare i circa 1200 amministrativi. Razionalizzare vuol dire restituire il 50% di queste forze al circuito ‘maggiore’. Dove peraltro esistono casi di squilibrio in controtendenza».

Casi troppo ‘virtuosi’?
«Nella Casa circondariale di Gela, inaugurata da Alfano quando era Guardasigilli, 90 agenti per 60 detenuti; ad Avezzano il rapporto è di 85 a 65; situazioni analoghe a Lucera e San Severo. Che senso ha? Di contro, in un alveare come San Vittore 790 agenti devono fare i conti con 1600 detenuti, ma solo sulla carta: perché 299 di loro sono distaccati ad altri servizi».

Telecamere per sostituire i sorveglianti e ‘braccialetti’ per monitorare gli scarcerati?
«Le telecamere non vedono dentro le celle e i braccialetti, su 2000 del nuovo stock ordinato, finora sono stati applicati a 7 persone».

Fonte: quotidiano

 

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Pubblicato da Roby

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