Giallo sul Conclave di Papa Francesco. Stanza papale, rotti 6 sigilli su 7.

Giallo in Vaticano. Secondo gli Acta Apostolicae Sedis (la “Gazzetta ufficiale” della Chiesa), al mattino del 14 marzo scorso – all’indomani, cioè, dall’elezione di Francesco al Soglio pontificio – sarebbe accaduto un episodio inquietante, riferito dal “Secolo XIX” di Genova. Secondo la relazione pubblicata dagli Acta, alle 12.45 del 14 marzo (il Papa è stato invece eletto alle 20.12 della sera precedente), i membri della Camera apostolica (che regge la Santa Sede durante il Conclave), insieme a due ufficiali delle guardie svizzere, stanno facendo il giro dell’appartamento papale per spezzare i sigilli posti la sera del 28 febbraio, all’atto delle dimissioni di Joseph Ratzinger. Le norme sul Conclave, infatti, prevedono che alla morte del Papa (o alle sue dimissioni), l’Appartamento papale debba essere sigillato e nessuno vi possa entrare.<br>
Ed ecco invece che i membri della Camera apostolica fanno una scoperta incredibile: “Il vice camerlengo (l’arcivescovo Pierluigi Celata, N.d.R.) ed i presenti notano che gli accessi sopraelencati (fra questi l’accesso all’ascensore privato del Papa dal cortile Sisto V, la porta che accede alla sala Clementina e alla biblioteca privata, per un totale di 6 su 7) ad eccezione di uno, erano stati privati della sigillatura precedentemente apposta”.

E immediatamente i rumors in Vaticano si sono scatenati. Perché per qualcuno sei sigilli rotti su sette non sarebbero un caso, ma un preciso segnale. Viene citata in particolare Apocalisse, capitolo 8: “Quando l’agnello aprì il settimo sigillo nel cielo si fece un silenzio di circa mezz’ora e vidi i sette angeli che stavano dinnanzi a Dio e furono loro date sette trombe”. E qui i sigilli rotti sono sei: siamo dunque ad un’apocalisse figurata? Un segnale inviato al Papa? L’annuncio di un’apocalisse, e cioè di una rivoluzione che potrebbe colpire la Curia o, comunque, determinati assetti di potere?

Queste sono ovviamente ipotesi più che fantasiose. Ma c’è chi dice che la scelta del Papa di andare a vivere a Santa Marta potrebbe essere stata dettata anche da questo fatto. E non sarebbe stata certo motivata dalla citazione apocalittica: chi può aver rotto sei sigilli su sette? È entrato nell’appartamento? Quale allora potrebbe essere il grado di sicurezza nell’Appartamento Papale? C’è chi dice, Oltretevere, che Jorge Mario Bergoglio abbia scelto di vivere a Santa Marta “per stare in mezzo alla gente, anche di notte”. Cioè per non essere mai solo durante la notte, e circondato sempre da gente. Perché?
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Pubblicato da Roby

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