Dopo il rientro dell’oro, la Germania sarà ‘padrona’ d’Europa

Che le potenze mondiali sono in allarme non vi è alcun dubbio, la guerra finanziaria iniziata già anni fa, sembra stia sempre più accentuandosi e pertanto, ogni Stato vorrebbe riappropriarsi del suo potere economico: “a ognuno il suo oro”.

Dopo il rientro dell’oro, la Germania sarà ‘padrona’ d’Europa

Abbiamo assistito al rientro del capitale Russo che ammontava a circa 100 miliardi di dollari (in contanti), che le Banche americane, scandalosamente avevano trasferito/investito per loro mero interesse, a Banche europee e russe.

Ora la questione si fa più seria, la Germania,  a suo dire: “per pressioni politiche interne”, nel 2013 ha chiesto il rimpatrio del proprio oro, affermando: “Nessun altro paese seguirà l’esempio”. Ma ‘mente’, le cose non stanno così. In questi ultimi anni infatti,  Venezuela, Libia e Iran hanno proceduto al rimpatriato delle loro riserve di oro all’estero. La Polonia ne ha fatto richiesta e sta ancora aspettando. Svizzera, Paesi Bassi e Messico vogliono delucidazioni sullo stato effettivo delle loro riserve di oro depositate nei forzieri all’estero. Lo Stato del Texas vuole riprendersi l’oro che aveva depositato nei forzieri della Federal Reserve e minaccia : “Non vogliamo dei semplici certificati – ha detto il senatore texano Capriglione – Vogliamo il nostro oro”.

I conti non tornano, al centro dello scandalo ancora una volta c’è la Federal Reserve Bank di New York, già sotto indagine per lo scandalo della manipolazione dei cambi.

La Germania, ha la seconda riserva aurea del pianeta, con circa 3.400 tonnellate d’oro. Di queste, il 31% nei forzieri di Francoforte, il 13% in Francia,  l’11% nel Regno Unito, il restante 45% dovrebbe trovarsi negli Stati Uniti ‘depositati’ presso le sedi della Federal Reserve.

I tedeschi quindi, vogliono riportare in Germania le migliaia di tonnellate di oro in lingotti, di proprietà dello Stato tedesco e in territorio americano. Un interessante articolo su Faz affronta il tema della crescente pressione creatasi intorno alla Bundesbank per rimpatriare le immense risorse aurifere della Germania, si tratta di 3.400 tonnellate d’oro complessivo, di cui  1500 tonnellate solamente nella Fed di New York. Ma un esponente di rilievo del Cdu di Angela Merkel, aveva espresso seri dubbi sulla capacità della Bundesbank di rispettare i suoi obiettivi di rimpatrio.

La Bundesbank, come si legge sul quotidiano, aveva previsto un piano per rimpatriarne 300 tonnellate da New York e 374 tonnellate da Parigi. Un  alto dirigente della Bundesbank, dopo la sua visita a  New York, aveva sottolineato come tutta la questione è sotto controllo e che la Fed gli aveva assicurato che Berlino avrebbe potuto avere il suo oro indietro in ogni momento. Ma i ritardi nella consegna hanno irritato la Germania.

Di fatto scrive ancora Faz, delle 3.400 tonnellate d’oro tedesco, ne sono rientrate in Germania dagli Stati Uniti solo 5 tonnellate. Ebbene sì, solo cinque, per il restante gruzzolo di lingotti, i tedeschi dovranno pazientare ancora; la Fed si è preso del tempo… D’altronde, come scrive il The New York Times, sembrerebbe che gli Stati Uniti avessero ammesso di non poterlo consegnare prima di diversi anni, in quanto i forzieri erano vuoti. ?

Le Federal Reserve americane hanno investito sull’oro mondiale ivi ‘depositato’. I forzieri della Fed e delle Banche Centrali sono vuoti. L’oro che gli Stati rivendicano a queste istituzioni, pretendendo di riaverlo indietro fisicamente, non c’è.

Malgrado non dovrebbero, sembra che le Banche abbiano dato l’oro in locazione, scambiato o venduto, con la lungimirante teorica garanzia, di poterlo recuperare e con guadagni maggiori.

Ufficialmente, il mercato dell’oro viene affidato alle Bullion banks, ovvero, banche specializzate che assicurano i costi di deposito del metallo prezioso,  queste banche specializzate in ‘operazioni di alta finanza’ si permettono di vendere o dare in locazione questo oro, tramite certificati o in forma fisica.

Operazioni di investimento non del tutto lecite. Un sistema di mercato che si sussegue a catena come in un classico schema Ponzi , ossia, un modello economico di vendita truffaldino, che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa. Il medesimo stock di oro, inizialmente venduto da una banca centrale o da un detentore di metalli preziosi, può essere dato in locazione, venduto, poi rivenduto e venduto di nuovo. Lo schema Ponzi funziona fin che tutti fanno la loro parte, al minimo intoppo il castello crolla e solo chi possiede realmente oro fisico riuscirà a cavarsela. Ulteriore strategia del sistema è che, l’oro ‘depositato’ venga venduto in un momento storico di alta quotazione e scambiato con moneta contante o altri investimenti, ‘con la speranza’, di recuperarlo quando la quotazione è bassa, permettendo alle Fed e Banche Centrali forti guadagni.

Perché la Germania pretende in tempi brevi il rientro dell’enorme capitale aurifero depositato all’estero?

Lo Stato tedesco, afferma di chiedere il rimpatrio del proprio oro unicamente a causa di pressioni politiche interne. Non è dello stesso parere Mohammed Al Erian, co-direttore generale dell’azienda di gestione di investimenti Pimco (grande società di servizi finanziari “Allianz” con sede in Germania), che in merito dichiara: “non vi è dubbio che la richiesta tedesca si traduce in pressione sugli altri Paesi per rimpatriare gli averi in oro depositati nelle banche centrali estere”.

L’Accordo di Washington (siglato nel settembre 1999), impegnava le banche centrali a limitare le vendite delle riserve auree per cinque anni. Trascorsi i quali e in virtù dell’Accordo, ogni anno, Gran Bretagna, Spagna, Paesi Bassi, Africa del sud, Svizzera e altri paesi, hanno venduto parte del loro oro, poiché è tracollato il pensiero illusorio in cui gli investitori pensavano che l’euro avrebbe rimpiazzato l’oro, diventando un pilastro accanto al dollaro. Questa speranza, è svanita quasi immediatamente. In 10 anni, i capitali delle Banche Centrali in euro-obbligazioni, sono calati del 26%.

Euro e dollaro non ispirano alcuna fiducia. L’Unione monetaria europea è una costruzione malandata, incline a barcamenarsi tra una crisi e un’altra. Quanto al dollaro, è seduto su una piramide di debiti.

La Germania, con questa strategica “mossa finanziaria”, sottometterà tutti i Paesi in crisi, obbligandoli a vendere tutto ciò che è vendibile comprese le riserve auree; continuerà a prestare soldi a quegli Stati che necessiteranno per sopravvivere e li trasformerà in forza lavoro per pagare i debiti contratti. Oggi detta le regole, domani farà da ‘padrone’.    

@robylfalco

Pubblicato da Roby

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