Como: polstrada nella bufera, arrestati i vertici

Le manette sono scattate ieri mattina per i vertici della polstrada di Como, arrestati Il comandante Patrizio Compostella, il suo vice e alcuni agenti.

Como: polstrada nella bufera, arrestati i vertici
Patrizio Compostella

Sono stati arrestati ieri mattina con pesanti accuse: falso, abuso d’ufficio e peculato. Multe sparite, dati cancellati dai server, uso delle auto di servizio per scopi personali, un verbale falsificato per salvare il figlio di un collega.

Il blitz è scattato ieri all’alba e si è concluso con lo sconcertante quadro che ha portato all’arresto e all’azzeramento dei vertici della polizia stradale di Como. Per Patrizio Compostella e Gianpiero Pisani, rispettivamente comandante e vicecomandante della polizia stradale è scattato il fermo assieme ad altri agenti. L’operazione è nata nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Como in collaborazione con il comparto regionale della polizia stradale, la stessa polizia giudiziaria della stradale e la guardia di finanza comasche.

Le indagini sono partite circa un anno fa. Un giro di multe, circa 1.500, misteriosamente sparite e mai notificate. Ventisei gli indagati. Quattro gli agenti sospesi dal servizio: tra questi c’è un funzionario della questura e il capo ufficio verbali della polizia locale di Como. Per tutta la giornata sono stati effettuati accertamenti e perquisizioni sia nelle abitazioni degli agenti sia negli uffici frequentati dagli indagati. L’ordinanza di custodia cautelare ha portato in carcere il vicecomandante Pisani, mentre, il comandante Compostella e gli altri quattro fermati, sono ai domiciliari.

Nessun guadagno diretto per i poliziotti. Secondo le accuse, gli agenti avrebbero evitato di notificare centinaia di sanzioni rilevate dal tutor lungo l’autostrada Milano-Bergamo fra il 2009 e il 2013 tramite la modifica dei dati contenuti nei database del sistema. Un metodo semplice ed efficace. Dopo essere entrati nei server, alteravano le specifiche della singola multa e inventavano ricorsi mai effettuati dagli automobilisti; il tutto per ottenere l’annullamento automatico.

Nessun favoritismo a parenti e amici, ma il danno erariale dai mancati introiti per lo Stato è in corso di valutazione. Sembrerebbe, che la prassi era stata studiata per evitare la fatica di accertamenti e notifiche. Alla base di tutto, solo pigrizia?.

Al vaglio degli inquirenti, anche alcuni poliziotti, che avrebbero approfittato del proprio ruolo per farsi cancellare multe per eccesso di velocità, divieto di sosta, attraversamento con semafori rossi: multe contestategli al di fuori dagli orari di lavoro. Gli agenti, dichiaravano e ammettevano di aver commesso la violazione, spiegando quale motivazione, quella di essere impegnati in servizi operativi per conto della stessa polstrada. Quindi, era sufficiente una dichiarazione ai colleghi, perché la sanzione fosse stracciata.

Le domande degli addetti ai lavori sorgono spontanee. Perché è avvenuto tutto questo da parte di operatori professionisti, integerrimi, incorruttibili, fiore all’occhiello della Polizia di Stato? E ancora: perché rischiare il proprio lavoro, proprio in questo periodo di crisi che attanaglia anche le forze dell’ordine? E poi: perché commettere dei reati, se non vi è alcun guadagno, nessun miglioramento nella vita sociale o per la carriera? Altresì, perché i poliziotti in ufficio avrebbero cercato di annullare verbali stilati dagli stessi loro colleghi che, ogni giorno tra le intemperie e la criminalità, rischiano la vita per strada?

Un caso, in particolare, ha colpito gli inquirenti. Riguarda il figlio di un dirigente della questura di Como che, resosi responsabile diretto di un incidente stradale, sembra sia stato poi graziato dai colleghi del dirigente attraverso una modifica fatta su un verbale che lo avrebbe ripulito da ogni colpa; mettendo nei guai l’altro automobilista coinvolto. Un favore a un collega A quale proposito? Non certo per lucro o carriera.

In merito ai vari reati contestati, sono ancora in corso le indagini. La giustizia farà il suo corso, nel frattempo, mi associo alle sezioni locali dei sindacati di polizia, che con una nota, hanno espresso solidarietà ai colleghi indagati: “siamo sicuri che i poliziotti coinvolti potranno dimostrare la loro estraneità ai fatti”. O almeno, lo si spera vivamente.

@robylfalco

Pubblicato da Roby

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Una risposta a “Como: polstrada nella bufera, arrestati i vertici”

  1. Speriamo che i colleghi siano strai ai fatti??????!!!!!!!!Quindi il reato da chi sarebbe stato commesso?????

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